<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?><rss version="2.0" xmlns:content="http://purl.org/rss/1.0/modules/content/" xmlns:wfw="http://wellformedweb.org/CommentAPI/" xmlns:dc="http://purl.org/dc/elements/1.1/" xmlns:atom="http://www.w3.org/2005/Atom" xmlns:sy="http://purl.org/rss/1.0/modules/syndication/" xmlns:slash="http://purl.org/rss/1.0/modules/slash/" xmlns:georss="http://www.georss.org/georss" xmlns:geo="http://www.w3.org/2003/01/geo/wgs84_pos#" > <channel> <title>Dark Souls Archivi - Players</title> <atom:link href="https://www.playersmagazine.it/tag/dark-souls/feed/" rel="self" type="application/rss+xml" /> <link>https://www.playersmagazine.it/tag/dark-souls/</link> <description></description> <lastBuildDate>Fri, 20 Dec 2019 23:12:21 +0000</lastBuildDate> <language>it-IT</language> <sy:updatePeriod> hourly </sy:updatePeriod> <sy:updateFrequency> 1 </sy:updateFrequency> <generator>https://wordpress.org/?v=6.7</generator> <image> <url>https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2017/10/Icona.jpg?fit=32%2C32&ssl=1</url> <title>Dark Souls Archivi - Players</title> <link>https://www.playersmagazine.it/tag/dark-souls/</link> <width>32</width> <height>32</height> </image> <site xmlns="com-wordpress:feed-additions:1">24444452</site> <item> <title>Dark Devotion: una notevole estemporanea gotica in 2D</title> <link>https://www.playersmagazine.it/2019/12/05/dark-devotion-una-notevole-estemporanea-gotica-in-2d/</link> <dc:creator><![CDATA[Stefano Cappuccelli]]></dc:creator> <pubDate>Thu, 05 Dec 2019 16:46:17 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Videogiochi]]></category> <category><![CDATA[castlevania]]></category> <category><![CDATA[Dark Devotion]]></category> <category><![CDATA[Dark Souls]]></category> <category><![CDATA[Prince of Persia]]></category> <guid isPermaLink="false">http://www.playersmagazine.it/?p=39625</guid> <description><![CDATA[<p>In bilico fra un Dark Souls e atmosfere archetipe prossime a Prince of Persia e Castelvania, Dark Devotion, prodotto indie … </p> <p>L'articolo <a href="https://www.playersmagazine.it/2019/12/05/dark-devotion-una-notevole-estemporanea-gotica-in-2d/">Dark Devotion: una notevole estemporanea gotica in 2D</a> sembra essere il primo su <a href="https://www.playersmagazine.it">Players</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[<p>In bilico fra un <em><strong>Dark Souls</strong></em> e atmosfere archetipe prossime a <em><strong>Prince of Persia</strong></em> e <em><strong>Castelvania</strong></em>, <a href="https://store.playstation.com/it-it/product/EP5539-CUSA14354_00-DARKDEVOTION0000" target="_blank" rel="noopener"><em><strong>Dark Devotion</strong></em></a>, prodotto indie sviluppato dal piccolo team francese <strong>Hibernian Workshop</strong>, si propone nella sua formula a due dimensioni come un buon titolo d’azione pur presentando dei difetti fin troppo evidenti.</p> <h3><strong>Fra estetica e richiami</strong></h3> <p><strong>Hidetaka Miyazaki</strong> con i suoi prodotti ha involontariamente influenzato il processo di realizzazione di numerose opere videoludiche, imponendo oltre ai ben noti canoni estetici, anche una dottrina meglio distinta da una difficoltà elevata e da una forma mentis punitiva perché votata all’automiglioramento. La formula souls-like qui è senz’altro presente, ciononostante questa appare sin da subito pallida e più edulcorata, forte di richiami perlopiù visivi piuttosto che ludici. Non a caso<strong> la resa estetica di <a href="https://store.playstation.com/it-it/product/EP5539-CUSA14354_00-DARKDEVOTION0000" target="_blank" rel="noopener"><em>Dark Devotion</em></a> è subito impattante</strong>: sfumature <strong>gotiche</strong> (questi più prossimi agli iconografici scorci di <em>Castelvania</em>), ma anche <strong>dark fantasy</strong> delineano la cornice grafica del titolo che, attraverso un sublime utilizzo della <strong>pixel-art</strong>, costituisce il più grande pregio dell’opera dello studio francese. Il world building ci lascia immergere in dedali decisamente da manuale: gli stilemi lugubri colmi di orrore e disperazione rispondono fedelmente ai dettami di un fantasy in tinte dark perfettamente declinato in salsa gotica (seppur non onnipervadente). Gli svariati mob con cui dovremo confrontarci sono anch’essi figli di un buon manuale di iconografia fantasy: passeremo da semplici non-morti (o ghoul) a boss di ben altra forma e sostanza, come <em>Hezek</em>, un frankenstein poco avvezzo al dialogo.</p> <p><a href="http://www.playersmagazine.it/2019/12/06/dark-devotion-una-notevole-estemporanea-gotica-in-2d/dark-devotion-recensione-3-2/" rel="attachment wp-att-39703"><img data-recalc-dims="1" fetchpriority="high" decoding="async" data-attachment-id="39703" data-permalink="https://www.playersmagazine.it/2019/12/05/dark-devotion-una-notevole-estemporanea-gotica-in-2d/dark-devotion-recensione-3-2/" data-orig-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/12/Dark-Devotion-recensione-3.jpg?fit=1920%2C1080&ssl=1" data-orig-size="1920,1080" data-comments-opened="1" data-image-meta="{"aperture":"0","credit":"","camera":"","caption":"","created_timestamp":"0","copyright":"","focal_length":"0","iso":"0","shutter_speed":"0","title":"","orientation":"0"}" data-image-title="Dark Devotion recensione 3" data-image-description="" data-image-caption="" data-medium-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/12/Dark-Devotion-recensione-3.jpg?fit=300%2C169&ssl=1" data-large-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/12/Dark-Devotion-recensione-3.jpg?fit=834%2C469&ssl=1" class="aligncenter wp-image-39703" src="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/12/Dark-Devotion-recensione-3.jpg?resize=800%2C450" alt="" width="800" height="450" srcset="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/12/Dark-Devotion-recensione-3.jpg?w=1920&ssl=1 1920w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/12/Dark-Devotion-recensione-3.jpg?resize=300%2C169&ssl=1 300w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/12/Dark-Devotion-recensione-3.jpg?resize=768%2C432&ssl=1 768w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/12/Dark-Devotion-recensione-3.jpg?resize=1024%2C576&ssl=1 1024w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/12/Dark-Devotion-recensione-3.jpg?w=1668&ssl=1 1668w" sizes="(max-width: 800px) 100vw, 800px" /></a></p> <p>Proprio le boss fight rappresentano la vera summa stilistica del titolo, <strong>ispirante ed esteticamente coerenti con il setting dell’opera</strong>. Al di là di qualche mero stereotipo, la natura 2-D di questo <em>Dark Devotion</em> non preclude la presenza di una base narrativa. A tal proposito vestiremo i panni di una giovane donna templare la cui missione consisterà nel celarsi nei meandri di fitti dungeon pregni di creature da incubo di ogni sorta. Naturalmente l’accuratezza storica non è richiesta, d’altronde, eccezion fatta per qualche sporadico “esperimento”, le donne non erano ammesse fra i ranghi dei <em>Cavalieri del Tempio</em>. Andando oltre questa postilla storica, è decisamente interessante osservare la nostra impavida guerriera districarsi non solo fra le varie amenità che il titolo ci propone, ma <strong>persino contro i palesi sessismi con cui avremo lo spiacevole onore di imbatterci</strong> in alcune fasi di dialogo con alcuni confratelli cavalieri: il chiaro sottoprodotto di una dottrina muscolare e indubbiamente maschilista. Ciononostante, è doveroso ricordare che proprio la nostra protagonista sarà capace di giungere laddove altri hanno fallito, i cui corpi giacciono esanimi lungo le anguste e freddi pareti del dungeon. Molti li ritroveremo persino in preda a deliri mistici piuttosto sinistri, contribuendo ad accrescere il senso ostilità di quelle sale sovrannaturali. Questa singolare sensazione sarebbe potuta essere persino migliore qualora il team non avesse deciso di<strong> decurtare eccessivamente il comporto sonoro, questo dimenticabile e ricorsivo</strong>. Il gregoriano quando serve, manca.</p> <h3><strong>Fede ludica</strong></h3> <p>Uno degli strumenti più caratteristici dell’opera è sicuramente l’inserimento (tangibile) della fede. Questa è veicolata nel videogioco in maniera quasi agiografica, risultando <strong>la più valida alleata della nostra templare</strong>: pregando nei vari altari disseminati nell’ambiente, verremo inondati dal tipico fascio luminoso Blues Brothers style, vedendo ristabiliti immediatamente i nostri parametri. Inoltre, contravvenendo a quella dottrina punitiva tipicamente From Software, ogni qualvolta periremo, perderemo sì tutti i nostri consumabili, ma verremo premiati dalla sopracitata fede, che ci farà dono di equipaggiamento e/o bonus. Una sorta di ringraziamento per esserci trasformati in <strong>martiri</strong> della fede; una rappresentazione testuale che richiama dei concetti osservabili nella letteratura medievale, in particolar modo nell’<em>epica cavalleresca francese</em>. Un sistema di premi gradevole e piuttosto originale, pur finalizzato a semplificare una fase di rientro altrimenti traumatica.</p> <p><a href="http://www.playersmagazine.it/2019/12/06/dark-devotion-una-notevole-estemporanea-gotica-in-2d/dark-devotion-recensione-2/" rel="attachment wp-att-39694"><img data-recalc-dims="1" decoding="async" data-attachment-id="39694" data-permalink="https://www.playersmagazine.it/2019/12/05/dark-devotion-una-notevole-estemporanea-gotica-in-2d/dark-devotion-recensione-2/" data-orig-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione-2.jpg?fit=1920%2C1080&ssl=1" data-orig-size="1920,1080" data-comments-opened="1" data-image-meta="{"aperture":"0","credit":"","camera":"","caption":"","created_timestamp":"0","copyright":"","focal_length":"0","iso":"0","shutter_speed":"0","title":"","orientation":"0"}" data-image-title="Dark Devotion recensione 2" data-image-description="" data-image-caption="" data-medium-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione-2.jpg?fit=300%2C169&ssl=1" data-large-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione-2.jpg?fit=834%2C469&ssl=1" class="aligncenter wp-image-39694" src="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione-2.jpg?resize=800%2C450" alt="" width="800" height="450" srcset="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione-2.jpg?w=1920&ssl=1 1920w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione-2.jpg?resize=300%2C169&ssl=1 300w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione-2.jpg?resize=768%2C432&ssl=1 768w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione-2.jpg?resize=1024%2C576&ssl=1 1024w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione-2.jpg?w=1668&ssl=1 1668w" sizes="(max-width: 800px) 100vw, 800px" /></a></p> <p>Proprio questa sua caratteristica lo differenzia radicalmente da <em>Souls</em> e affini che, al contrario, orienta il focus del giocatore sulla necessità di non morire, pena il ripetersi del calvario. Tutto ciò viene ulteriormente sottolineato dalla disposizione dei checkpoint, qui fin troppo accomodanti, a tal punto da trovarli persino dinanzi alle aree preposte alle boss fight. Altra caratteristica decisamente sorprendente è l’utilizzo di alcuni particolari che contribuiscono a rialzare, seppur non incisivamente, il livello complessivo di difficoltà: sopra vi parlavo di fede e di ricompense, eppure avremo a che fare anche con dei malus che ci verranno lanciati sotto forma di maledizione; degli<strong> anatemi che potrebbero affliggere la nostra templare</strong>, come per esempio dei danni permanenti che andranno ad aumentare mano a mano che cammineremo.</p> <h3><strong>Peccato per quel gameplay</strong></h3> <p>Il gameplay costituisce a mio dispiacere la nota più dolente dell’esperienza che<em> Dark Devotion</em> propone. Preciso che per “nota dolente” non mi riferisco all’impossibilità di giocare il titolo, bensì alla differenza qualitativa che incorre fra questo e l’insieme di elementi di cui ho parlato fino a questo momento. La routine di comandi risulta anonima e poco esaustiva, impedendo l’esecuzione di quei pattern indispensabili in titoli di questa gamma; inoltre non è ben chiaro quale voglia essere l’eredità di <em>Dark Souls</em> su questo fronte: alcune concezioni nella routine di comandi sembrano voler suggerire importanti richiami alla grammatica del titolo di Miyazaki, ciononostante apprendiamo sin da subito come invece non sia così, avendo a che fare con i limiti delle due dimensioni e con una mala gestione dell’intero apparato di combattimento. Non voglio essere frainteso, <em>Dark Devotion</em> si lascia giocare persino senza troppe imprecazioni a figure sacre, più semplicemente il combat system poteva essere ottimizzato. A margine di questa critica, va altre sì detto che gli sviluppatori hanno lavorato (nei limiti umani che un team di due individui può sopportare) in maniera encomiabile in particolar modo sul fronte della diversificazione delle build, dando la possibilità al videogiocatore di poter optare per approcci e funzioni piuttosto variegate.</p> <p><a href="http://www.playersmagazine.it/2019/12/06/dark-devotion-una-notevole-estemporanea-gotica-in-2d/dark-devotion-recensione/" rel="attachment wp-att-39693"><img data-recalc-dims="1" decoding="async" data-attachment-id="39693" data-permalink="https://www.playersmagazine.it/2019/12/05/dark-devotion-una-notevole-estemporanea-gotica-in-2d/dark-devotion-recensione/" data-orig-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione.jpg?fit=1600%2C900&ssl=1" data-orig-size="1600,900" data-comments-opened="1" data-image-meta="{"aperture":"0","credit":"","camera":"","caption":"","created_timestamp":"0","copyright":"","focal_length":"0","iso":"0","shutter_speed":"0","title":"","orientation":"0"}" data-image-title="Dark Devotion recensione" data-image-description="" data-image-caption="" data-medium-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione.jpg?fit=300%2C169&ssl=1" data-large-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione.jpg?fit=834%2C469&ssl=1" class="aligncenter wp-image-39693" src="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione.jpg?resize=800%2C450" alt="" width="800" height="450" srcset="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione.jpg?w=1600&ssl=1 1600w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione.jpg?resize=300%2C169&ssl=1 300w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione.jpg?resize=768%2C432&ssl=1 768w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2019/11/Dark-Devotion-recensione.jpg?resize=1024%2C576&ssl=1 1024w" sizes="(max-width: 800px) 100vw, 800px" /></a></p> <h3><strong>In Definitiva</strong></h3> <p><em>Dark Devotion</em> è un’opera esteticamente sopraffina nonostante un comparto gameplay claudicante. Ciononostante mi sentirei di proporlo più agli habituè dei metroidvania piuttosto che agli amanti dei souls, salvo che questi tengano più al colpo d’occhio piuttosto che alla dimensione ludica.</p> <br><br> <div class="su-note" style="border-color:#9fd6dc;border-radius:3px;-moz-border-radius:3px;-webkit-border-radius:3px;"><div class="su-note-inner su-u-clearfix su-u-trim" style="background-color:#b9f0f6;border-color:#ffffff;color:#333333;border-radius:3px;-moz-border-radius:3px;-webkit-border-radius:3px;"><center><strong>Players</strong> è un progetto gratuito.<br><br>Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link <a href="http://www.amazon.it/b?_encoding=UTF8&camp=3370&creative=23322&linkCode=ur2&node=412603031&site-redirect=&tag=playemagaz-21" target="_blank" class="lt_ns">Amazon</a> che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.<br><br>Grazie!</center></div></div><p>L'articolo <a href="https://www.playersmagazine.it/2019/12/05/dark-devotion-una-notevole-estemporanea-gotica-in-2d/">Dark Devotion: una notevole estemporanea gotica in 2D</a> sembra essere il primo su <a href="https://www.playersmagazine.it">Players</a>.</p> ]]></content:encoded> <post-id xmlns="com-wordpress:feed-additions:1">39625</post-id> </item> <item> <title>Salt & Sanctuary – Non ho l’età (per amarti)</title> <link>https://www.playersmagazine.it/2016/03/31/salt-sanctuary-non-leta-amarti/</link> <comments>https://www.playersmagazine.it/2016/03/31/salt-sanctuary-non-leta-amarti/#comments</comments> <dc:creator><![CDATA[Claudio Magistrelli]]></dc:creator> <pubDate>Thu, 31 Mar 2016 04:26:10 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Videogiochi]]></category> <category><![CDATA[Bloodborne]]></category> <category><![CDATA[Dark Souls]]></category> <category><![CDATA[Demon Souls]]></category> <category><![CDATA[indie]]></category> <category><![CDATA[indie games]]></category> <category><![CDATA[metroidvania]]></category> <category><![CDATA[ps4]]></category> <guid isPermaLink="false">http://www.playersmagazine.it/?p=22383</guid> <description><![CDATA[<p>Uno degli ultimi giochi ad essere passati sul mio glorioso MegaDrive è stato Theme Park. 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Non avevo mai giocato un sim builder, un genere fino a quel momento sostanzialmente destinato unicamente al settore di PC e affini, ma le microscopiche immagini scorte qua e là sulle riviste esercitavano su di em un fascino magnetico, al punto da investire senza remore il gruzzoletto di mance faticosamente accumulate per portarmi a casa la tanto bramata cartuccia di <em>Theme Park</em>.<span id="more-22383"></span> C’era un motivo però se quel genere di gioco non aveva mai visto la luce su console, riconducibile sostanzialmente all’assenza di un qualunque tipo di supporto di memoria sulle console dell’epoca – oltre ovviamente alla difficoltà di traslare i controlli dal mouse al pad.</p> <p>In realtà è possibile che la cartuccia di <em>Theme Park</em> includesse una batteria tampone per sopperire ai problemi di memoria della console SEGA, ma poco importa perché io non ricordo di aver mai trovato il modo di salvare le mie creazioni, quindi è come se non ci fosse mai stata per quanto mi riguarda. Eppure, nonostante tutto, l’otto-volante che spuntava dalla cartuccia di <em>Theme Park</em> ha svettato sul mio caro Mega Drive per più di un anno. Semplicemente, ogni volta che ne avevo la possibilità ricominciavo una nuova partita, dirigevo il mio disorganizzato parco giochi verso il fallimento, poi arrivata la sera spegnevo la luce sul mio operato, pronto a iniziare una nuova avventura imprenditoriale nel corso del successivo weekend o periodo vacanziero. Ricordo ancora il giorno in cui ho dovuto staccare la corrente al mio solo luna park di successo mai allestito e solo perché i miei amici fremevano per trascinarmi in piscina. Dannata vita sociale.</p> <p>Con l’accorciarsi del tempo libero e l’accumularsi degli anni sulla carta d’identità però anche la mia disponibilità nei confronti dei videogiochi si è fatalmente ristretta e un approccio di pura dedizione come quello riservato a <em>Theme Park</em> oggi è purtroppo semplice utopia. Una controindicazione dell’ingresso nell’età adulta che porta con sé diversi danni collaterali per chi è cresciuto nell’epoca degli 8 o 16-bit. Perché lobotomizzarsi davanti alla reiterazione annuale di una qualunque saga concepita per il mercato di massa è l’anticamera del pad appeso al chiodo, ma giocare a spizzichi e bocconi, spesso di sera dopo una giornata di lavoro, con un livello di sopportazione piuttosto basso mal si concilia con quei pochi titoli che ancora si sforzano di considerare il videogiocatore come un essere dotato di capacità intellettive.</p> <p>Se non vuole semplicemente raccontarmi qualcosa con strumenti diversi da quelli a disposizione da cinema e libri, un videogioco dovrebbe provare a sfidarmi sul piano della coordinazione occhio mano, mascherando con sufficiente abilità le limitazioni imposte alla sua Intelligenza Artificiale, spiragli volutamente concessi affinché io misero umano possa alla fine uscirne vincitore, seppure a fatica.</p> <p><a href="http://www.playersmagazine.it/2016/03/31/salt-sanctuary-non-leta-amarti/queen-of-smiles/" rel="attachment wp-att-22440"><img data-recalc-dims="1" loading="lazy" decoding="async" data-attachment-id="22440" data-permalink="https://www.playersmagazine.it/2016/03/31/salt-sanctuary-non-leta-amarti/queen-of-smiles/" data-orig-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/Queen-of-Smiles.jpg?fit=1024%2C576&ssl=1" data-orig-size="1024,576" data-comments-opened="1" data-image-meta="{"aperture":"0","credit":"","camera":"","caption":"","created_timestamp":"0","copyright":"","focal_length":"0","iso":"0","shutter_speed":"0","title":"","orientation":"1"}" data-image-title="Queen-of-Smiles" data-image-description="" data-image-caption="" data-medium-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/Queen-of-Smiles.jpg?fit=300%2C169&ssl=1" data-large-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/Queen-of-Smiles.jpg?fit=834%2C469&ssl=1" class="aligncenter wp-image-22440" src="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/Queen-of-Smiles.jpg?resize=800%2C450" alt="Queen-of-Smiles" width="800" height="450" srcset="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/Queen-of-Smiles.jpg?w=1024&ssl=1 1024w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/Queen-of-Smiles.jpg?resize=300%2C169&ssl=1 300w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/Queen-of-Smiles.jpg?resize=768%2C432&ssl=1 768w" sizes="auto, (max-width: 800px) 100vw, 800px" /></a></p> <p>Il dilagare di giochi che semplicemente si finiscono da soli, pronti ad assistere l’utente in ogni istante con decine di indicazioni, suggerimenti e facilitazioni di sorta per evitare che anche solo un pensiero possa sorgere e interrompere l’estasi di disimpegno prodotta dalle immagini a video ha tuttavia generato – come spesso avviene in questi casi – un movimento contrario. Un nuovo filone di videogiochi pronto ad alzare senza rimorsi l’asticella della difficoltà, a gettare il giocatore in un mondo ostile privandolo di ogni indicazioni, a lasciare che sia solo l’abilità della mano a condurlo a traguardo finale e l’acume del suo ragionamento a decifrare gli indizi sparsi nelle ambientazioni per ricostruire una struttura dotata di senso intorno al contesto in cui è stato immerso.</p> <p><em><a href="http://www.amazon.it/gp/product/B00M1J6E7G/ref=as_li_qf_sp_asin_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=23322&creativeASIN=B00M1J6E7G&linkCode=as2&tag=playemagaz-21" rel="nofollow">Demon’s Souls</a></em> del game designer giapponese Miyazaki è considerato il capostipite di questo nuovo movimento, alimentato da altri titoli pubblicati sempre da From Software, la software house per cui lavora Miyazaki (<em>Dark Souls</em> e <em><a href="http://www.amazon.it/gp/product/B00R6KNXV0/ref=as_li_qf_sp_asin_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=23322&creativeASIN=B00R6KNXV0&linkCode=as2&tag=playemagaz-21" rel="nofollow">Dark Souls II</a><img loading="lazy" decoding="async" style="border: none !important; margin: 0px !important;" src="http://ir-it.amazon-adsystem.com/e/ir?t=playemagaz-21&l=as2&o=29&a=B00R6KNXV0" alt="" width="1" height="1" border="0" /></em>, <em><a href="http://www.amazon.it/gp/product/B00KWAFPD0/ref=as_li_qf_sp_asin_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=23322&creativeASIN=B00KWAFPD0&linkCode=as2&tag=playemagaz-21" rel="nofollow">Bloodborne</a><img loading="lazy" decoding="async" style="border: none !important; margin: 0px !important;" src="http://ir-it.amazon-adsystem.com/e/ir?t=playemagaz-21&l=as2&o=29&a=B00KWAFPD0" alt="" width="1" height="1" border="0" /></em>, l’imminente <em><a href="http://www.amazon.it/gp/product/B00ZFQC9TY/ref=as_li_qf_sp_asin_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=23322&creativeASIN=B00ZFQC9TY&linkCode=as2&tag=playemagaz-21" rel="nofollow">Dark Souls III</a><img loading="lazy" decoding="async" style="border: none !important; margin: 0px !important;" src="http://ir-it.amazon-adsystem.com/e/ir?t=playemagaz-21&l=as2&o=29&a=B00ZFQC9TY" alt="" width="1" height="1" border="0" /></em>) e da pallide imitazioni occidentali (<em>Lord of the Fallen</em>). Quando però sembrava ormai che la visione di Miyazaki avesse fallito nella ricerca di un terreno fertile in cui attecchire, generando semplici ripetizioni della stessa formula, la comparsa di <em>Salt & Sanctuary</em> segna un punto di svolta tanto necessario quanto inatteso.</p> <p><em>Salt & Sanctuary</em> è quello che si definisce a pieno titolo un indie, un gioco sviluppato da Ska Studios, nome dietro al quale si raccolgono semplicemente due persone – quattro se si considerano anche i gatti – già autori di alcun titoli decisamente interessanti (<em>The Dishwasher</em> e <em>Charlie Murder</em>). Bollato prematuramente fin dalle prime immagini come un semplice clone un 2D della serie <em>Souls</em>, in realtà <em>Salt & Sanctuary</em> riesce dove tutti si seguiti del primo <em>Demon’s Souls</em> hanno fallito, <a href="http://www.playersmagazine.it/2015/04/02/bloodborne/" target="_blank"><em>Bloodborne</em> incluso</a>, ovvero non si limita a copiare un’intuizione, ma compie il passo successivo: codifica un genere.</p> <p><a href="http://www.playersmagazine.it/2016/03/31/salt-sanctuary-non-leta-amarti/screen1/" rel="attachment wp-att-22441"><img data-recalc-dims="1" loading="lazy" decoding="async" data-attachment-id="22441" data-permalink="https://www.playersmagazine.it/2016/03/31/salt-sanctuary-non-leta-amarti/screen1/" data-orig-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/screen1.jpg?fit=1024%2C576&ssl=1" data-orig-size="1024,576" data-comments-opened="1" data-image-meta="{"aperture":"0","credit":"","camera":"","caption":"","created_timestamp":"0","copyright":"","focal_length":"0","iso":"0","shutter_speed":"0","title":"","orientation":"1"}" data-image-title="screen1" data-image-description="" data-image-caption="" data-medium-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/screen1.jpg?fit=300%2C169&ssl=1" data-large-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/screen1.jpg?fit=834%2C469&ssl=1" class="aligncenter wp-image-22441" src="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/screen1.jpg?resize=800%2C450" alt="screen1" width="800" height="450" srcset="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/screen1.jpg?w=1024&ssl=1 1024w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/screen1.jpg?resize=300%2C169&ssl=1 300w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/screen1.jpg?resize=768%2C432&ssl=1 768w" sizes="auto, (max-width: 800px) 100vw, 800px" /></a></p> <p>L’opera di assorbimento nei confronti dell’immaginario di Miyazaki è innegabile. Abbiamo un’eroe catapultato suo malgrado tra lande malevole, immerso in un ambiente apertamente ostile e a lui ignoto, in cui le poche figure non interessate ad ucciderlo si lasciano scappare fugaci ed enigmatiche frasi (localizzate per altro in un italiano terribile e a tratti esilarante, figlio di un cut&past con Google Translate), mentre quelle intenzionate a terminare la sua miserabile esistenza dispongono di pattern di armi fuori scala e d’attacco rapidi e letali, se non apocalittici nel caso dei grossi boss.</p> <p>Il nostro eroe dunque si ritrova a procedere con estrema difficoltà nella sua disperata missione – ironicamente, il salvataggio di una principessa – intervallata solamente dalle pause di ristoro nei santuari, luoghi in cui può gratuitamente recuperare salute mentre noi salviamo il gioco. Questi luoghi sacri, in cui il male non è ammesso, consentono all’eroe di utilizzare le risorse raccolte per migliorare le sue abilità: il sale lasciato a terra dai nemici viene usato per salire di livello mentre l’oro può essere speso presso i mercanti, da evocare però offrendo alla divinità le statuette votive raccolte in fase di esplorazione.</p> <p>Come le anime per la serie <em>Souls</em>, anche in questo caso il sale è un elemento tanto importante, quanto facile da perdere: se ucciso infatti l’eroe lascia a terra tutto il sale raccolto e non speso fino a quel momento. L’unico modo per recuperare il prezioso bottino è vendicare la propria morte impartendo la medesima sorte alla bestialità che ci ha sconfitto in precedenza, impresa in realtà per nulla semplice perché l’eventualità di rimanere nuovamente uccisi a pochi passi dal santuario in cui si è rinati perdendo così per sempre il sale di cui si è stati privati è all’ordine del giorno.</p> <p>La medesima lungimiranza nella gestione delle risorse va applicata anche alla stamina, necessaria per parare e schivare i colpi, ma anche per l’esecuzione delle magie. Se nel primo caso però la sua riserva si ricarica da sé dopo qualche secondo di riposo – il che semplicemente impedisce di trincerarsi per sempre dietro il proprio scudo o di eseguire schivate all’infinito – l’evocazione di un incantesimo invece riduce irreparabilmente la disponibilità di stamina fino alla prossima sosta in un santuario.</p> <p><a href="http://www.playersmagazine.it/2016/03/31/salt-sanctuary-non-leta-amarti/screen3/" rel="attachment wp-att-22442"><img data-recalc-dims="1" loading="lazy" decoding="async" data-attachment-id="22442" data-permalink="https://www.playersmagazine.it/2016/03/31/salt-sanctuary-non-leta-amarti/screen3/" data-orig-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/screen3.jpg?fit=1024%2C576&ssl=1" data-orig-size="1024,576" data-comments-opened="1" data-image-meta="{"aperture":"0","credit":"","camera":"","caption":"","created_timestamp":"0","copyright":"","focal_length":"0","iso":"0","shutter_speed":"0","title":"","orientation":"1"}" data-image-title="screen3" data-image-description="" data-image-caption="" data-medium-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/screen3.jpg?fit=300%2C169&ssl=1" data-large-file="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/screen3.jpg?fit=834%2C469&ssl=1" class="aligncenter wp-image-22442" src="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/screen3.jpg?resize=800%2C450" alt="screen3" width="800" height="450" srcset="https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/screen3.jpg?w=1024&ssl=1 1024w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/screen3.jpg?resize=300%2C169&ssl=1 300w, https://i0.wp.com/www.playersmagazine.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/screen3.jpg?resize=768%2C432&ssl=1 768w" sizes="auto, (max-width: 800px) 100vw, 800px" /></a></p> <p>Oltre all’introduzione di una serie di piccole, ma significative innovazioni – caratteristica rinvenibile in realtà anche in alcuni degli epigoni di <em>Demon’s Souls</em> – <em>Salt & Sanctuary</em> fa anche altro, ed è proprio quest’altro a sancire i suo distacco dai titoli a cui viene paragonato. Il titolo di Ska Studios infatti riprende gli elementi cardine di <em>Demon’s Souls</em> e si incarica della loro ibridazione, portandoli a contatto cin Metroidvania e il picchiaduro a scorrimento, ovvero li estrapola dall’ambiente in cui sono stati fino a qui utilizzati e li immerge in un nuovo contesto. Gli elementi rimangono immutati, il loro rapporto con ciò che li circonda muta, arrivando a definire la loro essenza per contrasto. In sostanza Ska Studios ha codificato ciò che ha fatto di <em>Demon’s Souls</em> una nuova specie videoludica e compiendo questa operazione ha superato la semplice fase di clonazione che l’ha preceduto, codificando di fatto un genere.</p> <p>(Di fronte alla vittoria di Ska Studios però mi ritrovo mestamente a registrare l contempo la mia inappellabile sconfitta: mi tocca arrendermi di fronte all’evidenza e constatare di non avere più lo smalto necessario ad affrontare una trentina d’ore con la costanza e la pazienza richiesta da Salt & Sanctuary, e posso dirlo con assoluta certezza dopo averne spese più di una decina abbondanti lanciando imprecazioni e maledizioni da giocarmi ogni speranza di godere di un qualche agio in qualunque aldilà mi attenda. O peggio, forse l’inferno che mi aspetta è più immediato ed è già dietro l’angolo, futuro da trascorrere davanti all’ennesima uscita annuale di una qualche serie casual sempre uguale, soddisfatto della facilità con cui se ne possa finire uno dietro l’altro senza apparente sforzo intellettivo richiesto).</p> <br><br> <div class="su-note" style="border-color:#9fd6dc;border-radius:3px;-moz-border-radius:3px;-webkit-border-radius:3px;"><div class="su-note-inner su-u-clearfix su-u-trim" style="background-color:#b9f0f6;border-color:#ffffff;color:#333333;border-radius:3px;-moz-border-radius:3px;-webkit-border-radius:3px;"><center><strong>Players</strong> è un progetto gratuito.<br><br>Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link <a href="http://www.amazon.it/b?_encoding=UTF8&camp=3370&creative=23322&linkCode=ur2&node=412603031&site-redirect=&tag=playemagaz-21" target="_blank" class="lt_ns">Amazon</a> che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.<br><br>Grazie!</center></div></div><p>L'articolo <a href="https://www.playersmagazine.it/2016/03/31/salt-sanctuary-non-leta-amarti/">Salt & Sanctuary – Non ho l’età (per amarti)</a> sembra essere il primo su <a href="https://www.playersmagazine.it">Players</a>.</p> ]]></content:encoded> <wfw:commentRss>https://www.playersmagazine.it/2016/03/31/salt-sanctuary-non-leta-amarti/feed/</wfw:commentRss> <slash:comments>4</slash:comments> <post-id xmlns="com-wordpress:feed-additions:1">22383</post-id> </item> </channel> </rss>