Captain America: Brave New World – Questione di carisma

Il nostro prode Falcon, dopo le avventure insieme all’amico Bucky Barnes sulla piattaforma di Disney plus, vola sul grande schermo, in solitaria, per la sua prima come Capitan America. Riusciranno le sue ali a sopportare il peso delle aspettative?

La scena iniziale di Captain America: Brand New World ci introduce alla figura del Generale Ross, interpretato da Harrison Ford, poco prima del suo discorso di insediamento come nuovo presidente degli Stati Uniti, ruolo ottenuto con una campagna anti-supereroi. La sequenza successiva ci porta in azione con Sam (Anthony Mackie), ovvero il nuovo Captain America, in missione per recuperare un obiettivo militare molto importante dalle grinfie della Società dei Serpenti, gruppo terroristico guidato da Giancarlo Esposito: questa trama, che si interseca con un gigantesco elefante nella stanza che il MCU ha ignorato per un bel pezzo, porterà finalmente all’apparizione di un materiale da molto tempo mancante nel cinematic universe, ma molto ben conosciuto dai fan della controparte cartacea (wink wink, ndr).

Tutti questi elementi portano inevitabile scontro col villain (perché nel MCU le cose si risolvono comunque con le botte, anche tra le persone più intelligenti del pianeta) che tuttavia non vi riveliamo per non rovinare uno dei momenti di sorpresa del film non anticipati dal marketing. Un elemento interessante del film di cui possiamo parlare senza particolari spoiler è la retromarcia fatta dalla Marvel sul primissimo film su Hulk, che vedeva Edward Norton nei panni di Bruce Banner, messo nel dimenticatoio visti i problemi creatisi con l’attore. Tutti quegli eventi, già canonici ma sempre citati in maniera sottile e quasi nascosta, tornano invece alla ribalta in maniera preponderante per delineare la personalità del nostro nuovo presidente e molti altri aspetti del film.

Le nostre impressioni su Captain America: Brave New World

Anthony Mackie è sicuramente un buonissimo attore però il suo Capitan America, pur impegnandosi a distinguersi dal suo predecessore, manca del carisma necessario a sostenere tutto il film. Lo stesso personaggio di Falcon non lo aiuta: nonostante l’aggiunta dello scudo e tecnologia wakandiana, il nuovo Cap mostra il fianco e tutti suoi limiti di personalità nelle scene di azione e di combattimento. I personaggi secondari, però, pur essendo quasi tutti poco interessanti, svolgono in maniera egregia il loro ruolo.

Il punto dolente del film (ma si potrebbe dire anche in generale dei film del Marvel Cinematic Universe da diverso tempo) è senza dubbio il cattivo: poco interessante, poco sviluppato e con un piano che fa acqua da tutte le parti. Non si tradisce comunque la regola d’oro per cui per quanto possano essere segreti e strutturati i piani saranno sempre risolti con una rissa condita da qualche discorso motivazionale.

Nonostante le basse aspettative il film nel suo complesso riesce a risultare godibile, portandosi a casa una piena sufficienza. A voler essere onesti bisogna ammettere che realizzare un film con protagonista quello che storicamente è un comprimario o poco più, un personaggio quasi sempre secondario usato per lo più come spalla, non era affatto semplice. Tuttavia si sarebbe potuto puntare più al thriller di spionaggio (come fatto con l’ottimo Winter Soldier, per rimanere in tema) che al classico film d’azione marvelliano. Ma questo sarà per un’altra storia…

Sicuramente Captain America: Brave New World ha il pregio di ripescare, nemmeno in modo tanto velato, gli eventi di una pellicola che finora la casa delle idee aveva sempre trattato come uno scheletro nell’armadio da nascondere, al quale sono stati agganciati nuovi elementi che avranno ripercussioni future nell’universo cinematografico. Ma visto che il nuovo Cap è questo, possiamo solo sperare che in futuro queste ali saranno abbastanza forti e mature da regalarci delle emozioni degne dello scudo che portano sulle spalle.