top gun maverick

A distanza di 36 anni Tom Cruise riprende il ruolo che lo ha consacrato star di prima grandezza e, a dispetto del tempo che passa e che cambia ogni cosa incluso il modo di fare e fruire del cinema, esattamente come il suo personaggio, dimostra che il mondo ha ancora bisogno di lui. 

Mentre vi scrivo, Top Gun Maverick sta giganteggiando al botteghino USA, bruciando record personali dell’attore, e andando a caccia di quelli della Paramount e del week end del labor day. Il connubio di recensioni sfavillanti e passaparola entustiastico propelle ancora più verso l’alto un film spettacolare, intriso di nostalgia e stardom, potenza e precisione, agiografia e maestria. Ma l’aspetto notevole è che Top Gun Maverick non è il canto del cigno, Mr Cruise tornerà con Mission Impossible VII e VIII e c’è sempre quell’idea lì di fare qualcosa nello spazio. Insomma, Tom Cruise è qui a dirci che di certo lui non è immortale, ma ha tutta l’intenzione di farci stentare a crederlo. 

La recensione la trovate qui, ma con questo articolo mi sono divertita a mettere a confronto alcuni aspetti chiave di entrambi i film. C’è bisogno di dirlo? Da qui in avanti: SPOILER.

Musica

La colonna sonora è sostanzialmente la stessa, aggiornata con il tocco personale di Hans Zimmer che diventa percettibile soprattutto nelle scene in volo. Ritroviamo il tema di Harold Faltermeyer e Danger Zone. La differenza sostanziale è data dalla canzone simbolo: Take My Breath Away scritta da Giorgio Moroder e interpretata dai Berlin da una parte, Hold My Hand di Lady Gaga dall’altra.

Non c’è storia, neanche un accenno di competizione: stravince Take My Breath Away, vincitrice di un oscar, regina delle classifiche, pezzo immancabile in tutte le musicassette anni ’80-’90 e nelle più sdolcinate playlist d’amore, con un momento videoclip tutto suo all’interno del film. Hold my hand è stata relegata a due note sulle battute finali e di sicuro non passerà alla storia come canzone simbolo di un decennio. Non che sia una brutta canzone, e Lady Gaga ci prova tantissimo, ma non basta.

Evoluzioni aeree

Top Gun Maverick non vince, straccia. Sotto la voce “As Nolan Intended” non troverete un film di Nolan, ma Top Gun Maverick. La regia di Kosinski regala un’esperienza immersiva, totalizzante, con  – questa volta – un’idea precisa di cosa come e perché girare le sequenze in volo. L’esperienza cinematografica è impressionante, green screen e CGI messi nell’angolino e relegati solo a quei momenti in cui non utilizzarli avrebbe comportato girare uno snuff movie in cui gli attori muoiono per davvero. Il film di Scott tiene ancora, ma il divario è evidente anche senza entrare in tecnicismi.

Sceneggiatura: Battute vs Pilota automatico

Ora, non è che i due film siano nati perché fossero studiati nelle scuole di scrittura, o perché un Sorkin alla classica domanda: “Quale film le sarebbe piaciuto scrivere?” avrebbe risposto: “Sono indeciso tra Quarto Potere e Top Gun, ma non posso fare un nome, sarebbe come scegliere tra due figli!”.

Però Top Gun è uno dei film più citabili in assoluto, un flusso di battute che esaltano, sottolineano, creano i personaggi non appena aprono bocca.  “It’s classified. I could tell you, but then I’d have to kill you” “I feel the need, the need for speed” “Guess you guys are lucky and famous? – No, you mean notorious” “You can be my wingman, anytime” ecc.

Di Top Gun Maverick resterà facilmente quel “Who’s the better pilot?”, ma per il resto la sceneggiatura è scritta con il pilota automatico, o forse dovrei dire con il drone.

https://www.youtube.com/watch?v=dMpGhcbUu0A

Love interest: Charlie (Kelly McGillis) vs Penny Benjamin (Jennifer Connelly)

Jennifer Connelly è bellissima, age appropriate, e rappresenta un momento della vita in cui Maverick è chiamato a crescere anche dal punto di vista sentimentale. Fa il suo, insomma, ma ogni scena in cui compare potrebbe essere rimossa senza che cambi una virgola nell’economia del film.

Kelly McGillis, invece, è stata parte integrante della storia e, grazie a una fortuita combinazioni di eventi, il suo personaggio è sfuggito a tutti i cliché delle protagoniste femminili di pellicole del genere: è bellissima, ma come può esserlo una donna reale, non una modella di Sports Illustraded o Vogue. Non solo ha un lavoro, ma che lavoro: è un’astrofisica, una consulente del Pentagono plurititolata che impartisce lezioni ai maschi. Il personaggio è infatti modellato su Christine Fox, all’epoca un’analista della difesa dal curriculum stellare e attualmente vice segretario della difesa.

Nonostante Charlie faccia il suo ingresso ufficiale nel film con la camera che la disvela a partire dai tacchi, nessun accenno di catcall, nessuno che faccia battutine oppure osi mettere in dubbio la sua competenza. Già oggi un personaggio femminile così sarebbe mezzo rivoluzionario, figurarsi all’epoca. Capite bene che passo indietro passare dall’astrofisica alla mamma single. 

Desideravo follemente un’apparizione di Charlie, ma anche se l’evitare un pedissequo ritorno su tutto il già visto è una scelta che ha senso, non averle dedicato neanche mezzo flashback è stato un insulto al personaggio e all’attrice, nonché un tradimento della legacy del film dell’86. Di lei resta solo una fugace apparizione del golfino rosa che si intravede quando Maverick ripensa a Goose nella scena Great balls of Fire. Imperdonabile.

Scena d’amore: Charlie-Mav vs Penny Benjamin-Mav

Dai test screening di Top Gun era emerso che al pubblico piacevano Charlie e Maverick e avrebbero gradito vedere la storia concretizzarsi. Furono aggiunte quindi due scene: una in ascensore e un’altra con loro due a letto. Kelly McGillis, al momento dei reshoots, era impegnata su un altro set (a giudicare dalle date direi Unsettled Land), aveva perso un po’ di peso, ma soprattutto aveva i capelli più corti e scuri. Per nascondere questi cambiamenti, in ascensore viene dotata di cappello, mentre per la scena d’amore si è optato per un filtro blu e gli attori in silhouette. Ma, piuttosto che avere una sequenza romantica e sensuale con la malizia del vedo non vedo, c’è qualcosa di finto, posticcio e fuori posto. A rivederla da adulta, mi ha sempre fatto pensare ai Visitors, come se i due avessero studiato in teoria la riproduzione umana, ma la pratica… different story

Ero molto curiosa di vedere se stavolta fosse andata meglio, e in effetti decisamente sì, ma solo perché in Maverick non c’è alcuna scena di sesso. Che sia stata una decisione presa a monte, o che alcune scene siano state sforbiciate da mani misericordiose in fase di editing, poco importa. Il risultato è vedere Maverick e Penny Benjamin sì sotto le lenzuola, ma per un’istruttiva pillowtalk post coito, romantica e passionale quanto una seduta psicanalitica. Ma ci sta: il protagonista non è più un ragazzino istintivo e prono alle botte di adrenalina, ma un uomo di mezza età che deve imparare che ci sono altri bisogni da soddisfare oltre a quello della velocità. Detto questo, l’achimia tra Charlie e Maverick è un f-18, quella tra lui e Penny è un Ryanair Ciampino-Stansted.

https://www.youtube.com/watch?v=6gj8ALh31Qw

Istruttori: Viper e Jester vs Cyclone e Tizio

Confronto impietoso che metto in atto per amore di discussione. Top Gun, pur non essendo un film propriamente corale, circondava il protagonista di numerose figure di riferimento, più o meno importanti, perché c’era un contesto da costruire e mostrare, e uno spottone per la marina militare da realizzare. Era necessario, dunque, mostrare la rivalità, la competizione, la spacconaggine da spogliatoio, l’allure della marina americana che metteva a disposizione locali e aerei non certo per amore della settima arte, ed era indispensabile avere qualcuno che fungesse da contraltare e aiutasse a elaborare i daddy issue del protagonista. In Maverick non c’è bisogno di nulla di tutto questo perché è già stato fatto: quello che conta è il focus sul protagonista, con Tom Cruise signore e padrone del film.

Detto questo, qualche personaggio di contorno degno di nota non avrebbe nuociuto. In Top Gun abbiamo avuto Stinger (James Tolkan), Jester (Michael Ironside) e Viper (Tom Skerrit), ciascuno di loro con una caratterizzazione ben precisa e battute efficaci.

Qui abbiamo Cyclone interpretato da John Hamm che fa quello che può con quello che gli viene dato: un poco che sfuma nel niente. La fisicità di Hamm fa staccare il suo personaggio dal cliché, ma davvero c’è poco su cui lavorare. Charles Parnell (Warlock) fa presenza, Ed Harris è una ragnatela di rughe che emette suoni.

Partita: pallavolo vs rugby

Il rugby in spiaggia in Top Gun Maverick è un sentito omaggio, ma è chiaro che non abbiano neanche provato a emulare il pezzo d’antologia che è diventata la partita di pallavolo, con tutti i sottotesti annessi. In Maverick serve più che altro a sottolineare quanto il protagonista sia too old for that shit e a regalarci uno dei caratteristici tramonti imprescindibili dall’estetica di Top Gun.

Rivalità: Iceman vs Maverick

Nel senso: in Top Gun il rivale è Iceman, in Maverick il protagonista è il peggior nemico di sé stesso. Sono un animo semplice, e ai demoni interiori preferisco un antagonista in carne e ossa se questo è efficace quanto Val Kilmer che gonfia il petto e azzanna l’aria che respira il rivale.  

top gun maverick iceman

La tragedia: Goose vs Iceman

Nel percorso dell’eroe non può mancare la perdita, la tragedia personale, il lutto che dirime un prima da un dopo, il momento in cui l’eroe nasce davvero, quando affronta il dolore e non ne viene sopraffatto. In Top Gun muore Goose, l’amico fraterno e Maverick è lì lì per abbandonare tutto. Il lutto da affrontare questa volta è quello per la morte di Iceman che non rappresenta solo una perdita umana, ma la fine di un’era a cui Maverick era ancora aggrappato. Con la dipartita dell’antico rivale divenuto santo protettore, Maverick è costretto ad accettare la fine di un’epoca e il fatto di essere, da questo momento in poi, l’unico e solo responsabile delle proprie azioni e della propria vita.

Due momenti emozionanti, ma per via delle condizioni di salute di Val Kilmer, il funerale di Iceman procura una genuina tristezza. 



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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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