Questa edizione de “I libri di Players” andrà in onda in forma ridotta per venire incontro alla nostra cronica incapacità di uscire con questo articolo con una tempistica stabile. Ma dal prossimo mese la musica cambia, promesso.
Il libro del mese: Il profilo dell’altra di Irene Graziosi
Provate a pensarci: quanti romanzi italiani avete letto ambientati in un presente post sms? Domanda retorica, lo so, persino l’ultimo grande fenomeno editoriale del thriller di questi mesi viaggia sui binari della società pre-internet. L’impatto con il Il profilo dell’altra di Irene Graziosi non può che essere straniante, dunque, un frontale con lo scazzo dello scroll apatico su Instagram all’una di notte, con la politica preconfezionata del selfwashing dei brand, con le dinamiche tossiche alimentate da sentimenti che nascono da post a cui non riusciamo a sottrarci. Graziosi sguazza in questo tessuto psichico, membrana penetrabile che funge da confine tra reale e digitale, muovendo un alter-ego autodistruttivo nel retroscena del palco dei content creator. Cosa mai potrà andare storto? Ho sempre odiato chi pensa si possano raccontare i giovani come categoria, e Graziosi fortunatamente non lo fa; si limita a raccontarne due, e lo fa così bene che le si persona anche una seconda parte del romanzo leggermente più debole delle prime, folgoranti, cento pagine.
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Nella testa di Putin di Michel Eltchaninoff
Eltchaninoff ha questa strana passione che lo spinge ad avventurarsi in posti brutti. Dopo essere stato nella testa di Marie Le Pen e in quella di Zuckemberg, il giornalista francese e docente di filosofia russa si addentra nei meccanismo del pensiero di Vladimir Putin, dettagliandone l’evoluzione. Un filo intricato che supera la prima fase ingannevolmente liberale e occidentalista per svelare irrazionalismi anti-scienfici, basati su pensatori per la più ignoti dalle nostre parti, scavare nel conservatorismo alimentato dalla Chiesa Ortodossa, superare una lettura chiaramente distorta di Dostoevskij e approdare al pensiero euroasista, dove un nuovo impero russo si pone come fulcro di potere a cavallo tra Asia e Europa. Il libro di Eltchaninoff si pone come ottimo rimesio alla mancanza di informazione e di approfondimento che ha caratterizzato i nostri media dallo scoppio della guerra.
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Lascia ch’io pianga di Fiammetta Chertizza
Nella seconda metà del 1700, per una di quelle circostanze della Storia che porta persone e pensieri a trovarsi nello stesso e nello stesso momento, a Parma inizia a sorgere una sensibilità nuova, anticipatoria di un nuovo mondo ancora in là da venire. Qui arriva Cecilia, diciannovenne veneta in fuga, che approda alla corte dei Borboni, per diventare dama di musica della principessa Isabella. Se c’è una cosa che Chertizza odia, però, è l’approssimazione dei romanzi storici, così per scrivere il suo esordio ha studiato, ha approfondito, e poi ha portato su carta la Storia. Dietro il personaggio storico di Isabella e la ricostruzione dei dettagli di vita quotidiana del tempo, Lascia ch’io pianga racconta l’ascesa di un’artista donna, in un periodo storico in cui donna era ancora più importante di artista nella definizione di sé, in un luogo in cui nuovi valori provano ad emergere tra le crepe dei vecchi. Questo romanzo è la scoperta casuale del mese, pubblicato dalla piccola Montag, e finito nella mia timeline di Twitter a dimostrazione che il social network dei cinguettii ha fatto anche cose buone, quando non dà voce all’egoncentrismo di Elon Musk.
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Amare gli Animali di Henry Mance
Se il titolo e il musetto furbo del barboncino in copertina possono di primo acchito trarre in inganno, il sottotitolo ci chiarisce subito che Amare gli animali non è un testo dedicato ai nostri “amici a quattro zampe” e alla convivenza con loro, ma un lavoro di ampio respiro che prende in esame il rapporto dell’uomo con gli animali nella sua totalità, inclusa – e soprattutto – la filiera dell’alimentazione.
Mance esamina sotto tutti i punti di vista – etico, scientifico, culturale e filosofico – l’uso che facciamo del regno animale e come il nostro approccio non solo definisce la nostra quotidianità spingendo verso un uso spropositato della carne, ma sta imprimendo anche una direzione che ci condurrà ben presto a un sistema economico e produttivo insostenibile per noi e per il Pianeta.
Amare gli animali non è comunque un testo che nasce per corroborare a tutti i costi una tesi ecologista e ambientalista, ma un lavoro giornalistico puntuale che esamina le ripercussioni delle scelte che abbiamo compiuto nel modo di dominare il regno animale: diciamo che le nostre non sono state le migliori scelte possibili e ne stiamo già pagando le conseguenze. (Mara R.)
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Il mio albero di arance dolci di Josè Mauro de Vasconcelos
Zezé vive in una favela nei pressi di Rio de Janeiro, ha cinque anni, ma i genitori fingono ne abbia uno in più: in famiglia sono troppo numerosi e troppo poveri, la scuola è l’unico posto dove qualcuno può occuparsi gratuitamente del bambino senza che la sua presenza gravi sull’ecosistema domestico. Nessuno, però, si accorge di nulla perché Zezé è molto precoce per la sua (vera) età: particolarmente portato per l’apprendimento, è infatti un bambino dotato di un’intelligenza penetrante e un’immaginazione vivace attraverso cui legge, filtra e mostra a noi lettori una realtà quotidiana fatta di povertà, avventure immaginarie, scorribande e sogni a occhi aperti.
José Mauro De Vasconcelos è partito dal dato autobiografico per mettere insieme un testo diventato, già al momento della pubblicazione, un grande classico per l’infanzia, di quel tipo che accompagna il lettore in ogni fase della sua vita. Le avventure narrate sono quelle di un bambino molto piccolo, ma le riflessioni sui grandi temi della vita – amicizia, fiducia e amore – sono di una dolcezza e profondità disarmanti. (Mara R.)
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Stalingrado di Vasilij Grossman
L’epoca isterica in cui ci ritroviamo immersi nostro malgrado si alimenta del costante cortocircuito tra significanti e significato, tra cause ed effetti. Viviamo nel gorgo di una turborealtà storica che ha preso a viaggiare a un velocità superiore a quella d’elaborazione delle nostre sinapsi: detto in altri termini, non ci capiamo più nulla per quanto possiamo sforzarci. Le cose succedono, e non possiamo fare altro che prenderne atto. Il corso degli eventi che ha riportato in libreria Vasilij Grossman è abbastanza chiaro, visti i parallelismi speculari tra le vicende del protagonista di Stalingrado, Pëtr Vavilov, riservista richiamato al fronte nel 1942, e i fatti contemporanei. Ma il risultato è che oggi un gran pezzo di letteratura si trova praticamente ovunque, dalle vetrine di ogni libreria agli scaffali dietro le casse dei supermercati. Va così
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