Il 4 maggio non è solo Star Wars, la data è legata a un’altra leggenda della fiction, uno dei personaggi più iconici della letteratura: Sherlock Holmes.
Il detective, per l’ampio pubblico di lettori e lettrici, divenne leggendario e reale al tempo stesso, al punto che quando Arthur Conan Doyle tentò di sbarazzarsene la reazione fu violenta.
Nel Problema Finale (1893), il 4 maggio del 1891 Conan Doyle fa precipitare Sherlock Holmes nelle cascate Reichenbach, avviluppato in un mortale abbraccio con l’altrettanto leggendario Moriarty.
Queste le parole attraverso le quali Holmes saluta per l’ultima volta il devoto amico Watson, consapevole di poter sconfiggere la sua nemesi solo a costo della sua stessa vita:
Mio caro Watson posso scriverle queste poche righe grazie alla cortesia del professor Moriarty, il quale aspetta che io abbia terminato per concludere la discussione dei problemi esistenti tra noi. […]
Sono felice di pensare che riuscirò a liberare la società dalla sua presenza, sebbene ho ragione di ritenere che ciò accadrà ad un prezzo che sarà causa di dolore ai miei amici ed in particolar modo a lei, mio caro Watson. […]
La prego mi ricordi a sua moglie, e mi creda, mio carissimo amico, suo affezionatissimo
Sherlock Holmes
Ma, come dicevo, la reazione del pubblico fu tale che Conan Doyle, per evitare una fine alla Misery Non Deve Morire ante litteram, fu costretto a riportare in vita l’ormai iconico detective nell’ Avventura della Casa Vuota (1903). Il racconto ea stato preceduto dalla pubblicazione del romanzo Il Mastino di Baskerville la cui storia era cronologicamente anteriore ai fatti di Reichenbach.
Questa è la targa commemorativa posizionata in prossimità della cascata svizzera.
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