Dopo aver colpevolmente saltato il 2019 ( Ero… rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C’era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C’è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia! Lo giuro su Dio! ), ritorna sulle pagine di Players la selezione dei migliori fumetti del 2020 pubblicati in Italia (ma non necessariamente).

Prima di lasciarvi al listone (a cui la prode Elisa Giudici ha collaborato colmando le mie lacune nel reparto manga), vi lascio i link alle precedenti edizioni: 20182017201620142013.

Buona lettura!


X-Men di Hickman

Ok, tecnicamente gli X-Men di Hickman sono iniziati nel 2019, anche in Italia, con l’uscita del #1 di House of X. Ma i botti si sono visti nel 2020 e le serie mutanti scritte (e supervisionate) da Hickman continuano a essere una bomba (o forse mi serviva una scusa per parlarne, visto che il nostro best of fumettoso s’è perso per strada l’anno scorso, chissà). Lo scrittore statunitense è partito da una retcon, una revisione della continuity, rivelando i poteri mutanti di Moira McTaggert, finora considerata umana. Da quel punto di partenza ha offerto una rilettura dell’intera saga mutante che ha portato Xavier e i suoi pupilli a rapportarsi oggi alle altre potenze mondiali dall’isola-nazione di Krakoa. Un ciclo di storie che finirà al fianco di quello di Claremont e di Morrison. Così, per partire leggeri. 

migliori fumetti del 2020


Gon

Gon è un cult. Uno di quei fumetti che è più leggenda che inchiostro su carta. Ricordo la sua uscita in edicola, un sacco di tempo fa, quando ancora compravo Dragon Ball con le mance (l’ho già ammesso che sono vecchio, suvvia). All’epoca lo mancai, i fondi erano limitati. Forse uno dei più grandi ripianti della mia vita. Quest’anno J-Pop l’ha riportato in fumetteria, in un’edizione integrale e clamorosa, raccolta in tre volumi con tanto di cofanetto a coda di dinosauro. Giuro. Basterebbe già questo per annoverarlo tra i migliori dell’anno. Se ci aggiungiamo che è un caposaldo della letteratura a fumetti giapponese, tutt’oggi super attuale con le sue tematiche ambientaliste e la narrazione muta, finisce senza dubbio tra gli imperdibili del 2020. 

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Zero

Quella che stiamo vivendo nel fumetto statunitense è senza dubbio l’epoca degli scrittori. Dopo gli anni ’90 della Image e dei disegnatori-uomini-immagine, i 2000 hanno segnato un’inversione di rotta e ora è il nome dello sceneggiatore in copertina a vendere copie. E il nome di questo ragazzo, nato nel 1986 in Repubblica Ceca, è destinato a venderne sempre più. Ales Kot è in giro da parecchio nel panorama USA: Zero è uno dei suoi primi lavori, pubblicato dalla Image nel 2014. C’è voluto del tempo perchè arrivasse anche da noi, ma finalmente quest’anno Saldapress (che si sta facendo notare come una delle case editrici più interessanti e lungimiranti nel settore) ne ha finalmente iniziato la raccolta in volumi. La aspettavo da quando avevo letto questo gran pezzo di Nerdexperience: siete pronti ad affacciarvi su un discorso complesso? Sempre quest’anno Saldapress ha pubblicato anche un’altra opera di Kot, Il Mondo Nuovo.

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La processione funebre di K

Un nuovo inquilino entra nell’unico appartamento sfitto di un condominio abitato da personaggi assurdi, elegantissimi e pericolosi, arrivando proprio nel giorno del funerale del precedente affittuario, morto tragicamente.

Le mangaka punk, gotico e alternative che hanno conquistato la scena internazionale all’inizio del millennio – da Ai Yazawa a Kaoru Yuki, passando per Asumiko Nakamura – hanno pescato a piene mani dall’opera scarna e cult di Maki Kusumoto. Grazie a Star Comics (che finalmente segna un vero e proprio punto per una collana fino poco esaltante come Wasabi) possiamo leggere la fonte di tanta ispirazione. La processione funebre di K ha tutt’attorno l’aura di gioiello underground e a ragione. È la fonte pura, grezza, non imbastardita del fenomeno cultural-musicale visual kei in ambito manga, e per questo subisce più dei suoi epigoni il tempo che passa: è un’opera che graficamente e stilisticamente rimane fermamente salda negli anni ’90, che con i suoi estremi grafici non ha paura di graffiare.

Ciò che è davvero straordinario (e che vale il cospicuo prezzo di copertina) è come la misteriosa e poco prolifica Maki Kusumoto infranga uno dei più grandi tabù della cultura giapponese, citandolo e disegnandolo esplicitamente. È l’ombra nera dietro al decennio (insieme all’AIDS) che come allegoria o metafora appare più o meno ovunque nei prodotti pop e non che dal Giappone sono giunti con furore in un Occidente accomunato dallo stesso sentito e dalla stessa emergenza sociale, ma per la prima volta l’assassino ha un nome e un volto. Una lettura di livello per tutti, ma assolutamente imperdibile se non avete avuto bisogno di usare Google per capire i riferimenti del paragrafo qui sopra. [Elisa Giudici]


The Surface

Ed è bis per Kot. Va dato atto a Eris Edizioni (tra i tanti altri indiscutibili meriti) di aver creduto per prima in Italia nella produzione indipendente di Kot (che ha provato a portare anche fisicamente a Lucca l’anno scorso, averlo mancato è un altro mio enorme rimpianto!) pubblicando Days of Hate. In questo 2020 ha ripescato invece una delle serie più lisergiche e stravaganti di Kot, in cui emerge tutta la sua diversità dal mainstream del fumetto statunitense. Pubblicata dalla Image Comics nel 2015, The Surface racconta della scoperta compiuta da tre hacker, in Tanzania, nel 2034, di un luogo destinato a cambiare per l’intero pianeta la percezione della realtà. Un fumetto che parla del materiale e del trascendente con una sensibilità fuori da ogni schema prestabilito. 

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Padovaland

Rispetto all’astrazione fantascientifica di The Surface, Padovaland è l’altra faccia del fumetto. Ambientato  tra le brutture della periferia padovana (che potrebbe essere una qualunque periferia italiana), il fumetto d’esordio di Miguel Vila ha colpito nel profondo il nostro Flavio. Un ritratto lucido, impietoso, quasi neorealista di quella gabbia che è la periferia urbana, un luogo che non puoi lasciare mai, che ti resta dentro anche quando te ne vai, una distesa abbruttente di supermercati e capannoni in cui una vita senza prospettiva è l’unica prospettiva. 

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Rusty Brown

Il terzo libro di Chris Ware è senza ombra di dubbio il libro più complesso, denso, articolato e profondo che abbia letto in questo 2020. Non solo per le centinaia di pagine, in cui Ware riesce ad affollare decine e decine di vignette, alcune piccolissime, eppure comunque dense di dettagli fino all’inverosimile. Le quattro storie, scritte in un arco temporale che copre diverse amministrazioni a stelle e strisce, orbitano intorno al plesso scolastico di Omaha e compongono una riflessione così agrodolce sull’invecchiamento, il rimpianto, il miglioramento personale e il fallimento che accompagna la vita di chiunque, da essermi arrivata in questo anno complicatissimo come un inatteso cazzotto in pieno stomaco, di quelli che ti lasciano piegato in due senza fiato per reagire. 

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Sniff

Forse non ha torto chi accusa Sniff di essere un po’ furbo, ma quando una volpe è davvero scaltra non puoi che ammirarla quando te la fa sotto il naso. Sniff ricorda un po’ di romanzi di Domenico Starnone per come sguscia abilmente i protagonisti fino a mostrarci tutte le loro grettezze, lasciandoci di fronte a contemplare le loro e le nostre miserie sentimentali.

Quella scritta da Fulvio Risuleo sarebbe la solita storia d’amore: lui, lei, l’amore, il matrimonio, la tentazione dell’altro, il tradimento, le tensioni, i sospetti, le riconciliazioni e i dissapori. In un certo senso lo è, ma il punto di vista è quello di un’estremità: il naso dei protagonisti, che guidano e orientano i loro proprietari durante una vacanza sulla neve.

Pastosi e materici i colori e i volumi di Antonio Pronostico, un’altra volpe nel pollaio del fumetto italiano. Deliziosamente acuto e feroce, non dice nulla di nuovo, ma ribadisce un concetto antico in una lettura passata ingiustamente inosservata nel solito, raffinato catalogo di Coconino Press.

[Imbroglio un po’, dato che Sniff è uscito nel 2019 (sono in buona compagnia! NdClod); prendetelo come una scoperta e un recupero cagionati dalla pandemia.] [Elisa Giudici]


Sentient

TKO Presents è una nuova casa editrice USA (ve ne abbiamo parlato tempo fa sul nostro Instagram) che si sta facendo notare per due motivi. Il primo è una linea editoriale votata al binge reading: le serie TKO vengono pubblicate in due formati che consentono di leggerle tutte in un fiato, in volume o in albetti raccolti in un cofanetto di cartoncino. Il secondo è il peso specifico degli autori che hanno raccolto a bordo: Jeff Lemire, Garth Ennis, Gabriel Walta, Steve Epting, Alberto Ponticelli e così via, includendo alcuni dei talenti più apprezzati oltremanica. A fine anno Panini ha portato in Italia due volumi, provenienti dalla prima e seconda “ondata” di pubblicazioni della nuova etichetta, tra cui Sentient di Lemire & Walta. Si tratta di una storia sci-fi dall’impronta piuttosto classica, ambientata su una nave governata da una IA su cui un gruppo di bambini si ritrova a comporre loro malgrado l’intero equipaggio, in cui senso di angoscia cresce di pagina in pagina, al pari della delizia grafica garantita dal tratto di Walta. 

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Electric State

Simon Stålenhag ha iniziato realizzando immagini digitali postate sui social. Squarci su un futuro malinconico, enormi distese costellate da piccoli passaggi umani e imponenti resti robotici. Frammenti di panorama che si affacciavano su storie mai raccontate, il cui impatto emotivo tuttavia era già palpabile. Poi Stålenhag  quelle storie ha deciso di raccontarle. Le sue illustrazioni sono diventati libri (ma anche la serie tv Tales from the Loop). Electric State è la sua ultima raccolta, in cui lo sguardo dell’autore svedese si sposta dal nord Europa agli Stati Uniti, a fianco di una ragazza fuggita di casa e del suo piccolo robot giallo.

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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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