Non credo che il 2018 passerà alla storia come uno dei migliori anni di sempre per quanto concerne i videogiochi ed in generale mi sembra che tiri una brutta aria.

L’industry, come fa oramai da tempo, ha dimostrato spesso di essere ad un livello ancora più basso della sua utenza media di riferimento, sono usciti pochi titoli davvero validi, la solita caterva di remake e reboot spacciati per “nuovi” (oh, Spyro veniva irriso ai tempi che furono e adesso è diventato un gioco da 9? Ma quando mai…) e pure il settore indie quest’anno ha mostrato segni di stanchezza, figli forse dell’eccessiva sopravvalutazione di molte produzioni avvenuta negli anni scorsi (questo è un altro settore dove per un titolo buono ce ne sono nove fuffosi, poi uno se la prende coi tripla A…).

Ah, certo, è uscito Red Dead Redemption 2, capolavoro annunciato mesi e mesi prima della sua uscita e unico titolo dell’anno a trovare spazio anche sulla stampa non ludica. Però in questo listone non lo troverete, per svariate ragioni. La prima è che questa è una lista personale e soggettiva e soggettivamente a me il gioco ha annoiato a morte. Certo, l’universo western, i personaggi memorabili, la narrazione cinematografica, le realistiche, umh, palle del cavallo sono tutte cose meravigliose ed eccezionali, però per quel che ho potuto giocarci (l’ho mollato alla svelta per il decisamente più divertente e “videoludico” Spider-Man, per me il VERO gioco dell’anno, alla facciazza anche di God of War (che però ho messo, ma senza troppi entusiasmi) l’ho trovato poco divertente. Troppa enfasi sulla storia, le ambientazioni e i personaggi: poco sul gameplay puro e semplice e tutto quello che è “gioco”. Inoltre tendo a prendere naturalmente le distanze da tutto ciò che riceve una tale sovraesposizione mediatica (Fortnite ne è un altro esempio) e visto che due mesi non si parla d’altro…anche basta, grazie. Infine credo che un titolo del genere, cifre alla mano, non necessiti certo del mio endorsment, mentre alcuni giochi presenti nella lista meritano tutta l’attenzione possibile perchè potrebbero essere sfuggiti ai più. Vabbè, cominciamo.

Forza Horizon 4 – Xbox One/PC

Il gap con il franchise di Gran Turismo (anche se Sport è davvero un ottimo gioco e supportato in modo fantastico) cresce a ogni nuovo capitolo. Semplicemente il miglior gioco di corse esistente, punto. [E probabilmente apice grafico della generazione. NdClod]

https://www.youtube.com/watch?v=zJ477xAIlgU

Marvel’s Spider-Man – PS4

Classico caso che dimostra che l’utenza, a volte, ne sa più dei recensori specializzati. Davvero non capisco perchè questo capolavoro assoluto non abbia ricevuto 10 a pioggia un po’ ovunque, visto che c’è tutto quello che si può chiedere a un videogioco dedicato al personaggio: ritmo indiavolato, combattimenti appaganti, una storia credibile, ottimi villain, protagonista aderente alla controparte cartacea, grafica incredibile… E’ uno dei pochi titoli che stimola la raccolta dei collezionabili e funziona sia per sessioni lunghe che per una mezz’ora e via. Fatevi un favore e compratelo ieri. Qui la nostra recensione.

Celeste – PS4/Xbox One/Switch/PC

Il miglior platform dell’anno, vecchio stile, duro e puro, un po’ trial e molto error, incastonato in un background narrativo tutto sommato interessante, ma fortunatamente secondario rispetto all’azione ludica. Pixel Art molto gradevole, anche se (e vale tutti gli indie), le realizzazioni native in 8 e 16 bit erano nettamente migliori.

Astrobot Rescue Mission – PSVR

La VR non ha fatto il botto che qualche inguaribile ottimista si aspettava. Scomoda, con titoli di scarso spessore, ancora in una fase embrionale. La killer application per chi ce l’ha o se la vuole comprare è arrivata quest’anno ed è un meraviglioso platform con un protagonista plagiato da Wall-E.

Dead Cells – PS4/Xbox One/Switch/PC

Curioso e riuscito ibrido tra un metroidvania e un roguelike, due generi che il mondo indie ha preso come pietre miliari di riferimento. Le meccaniche ludiche sono gustose, la pixel art ottima, i livelli vari e sfidanti. Una volta sarebbe stato un gran titolo da sala giochi.

Into the Breach – Switch/PC

Se riuscite a passare oltre il terrificante aspetto estetico (è uno dei giochi più brutti a vedersi degli ultimi anni), sappiate che Into the Breach può essere considerato l’erede spirituale di Front Mission 3, capolavoro inarrivabile apparso sulla prima Playstation in un periodo di eccezionale fertilità creativa da parte di SquareSoft. Tanta tattica, pianificazione e strategia per un gioco da interminabili sessioni notturne. Dagli autori di FTL (altra droga…). Qui la nostra recensione.

Ni No Kuni 2: Revenant Kindgom – PS4

Il miglior Rpg della nuova generazione, straordinarimente più ricco e complesso dell’ultimo Dragon Quest o un Final Fantasy recente. La parte strategica dedicata alle battaglie e quella “a-la-SimCity” che permette di espandere il proprio regno, ospitando i tantissimi personaggi secondari, si fondono un rpg di stampo classico dagli elevati valori produttivi. Qui la nostra recensione.

Diablo III: Eternal Collection – Switch

Beh, tecnicamente non è un gioco del 2018, ma avere la possibilità di giocare ad un Diablo completo di tutti gli extra in modalità portatile è un sogno che si realizza e che rende gradevoli anche i viaggi più lunghi, posto ovviamente di essere possessori di Switch, che quest’anno non ha replicato i botti dell’anno scorso. Io non vedo l’ora che esca pure quello per smartphone, poi haters gonna hate

Tetris Effect – PS4

Ripensare e rifare Tetris è come provare a fare il remake di 2001 Odissea nella Spazio o di qualche altra pietra miliare del cinema. A provarci e riuscire nell’intento è Tetsuya Mizuguchi, uno dei più abili game designer di sempre, che trova la chiave giusta per innovare e rilanciare un classico intramontabile, ovviamente a suon di musica.

God of War  – PS4

Altro gioco ampiamente sopravvalutato dalla critica, per la quale oramai basta una sequenza con un paio di movimenti di camera leggermente fuori dalla norma per far gridare al miracolo, ma che si merita l’inclusione nel listone nonostante alcuni difetti marchiani di cui nessuno pare essersi accorto (il tedio assoluto dei dialoghi tra padre e figlio, ed il fatto che quest’ultimo rappresenti de facto un cheat mode vivente, almeno a certi livelli di difficoltà). Gameplay e valori produttivi sono ai massimi livelli, ma onestamente il titolo migliore del franchise resta sempre il secondo su Playstation 2. Qui la nostra recensione.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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