Anche se a volte sembra che una molteplicità di eventi contribuisca a farcelo dimenticare, l’utilizzo principale del web dovrebbe essere strumentale ai nostri scopi. Nello specifico, per chi scrive, una piccola parte del web potrebbe essere davvero una vetrina; uno scaffale in cui esporre le proprie opere e presentarle a un vasto pubblico di lettori, ascoltatori, spettatori e fruitori.

Con alcune differenze fondamentali: idealmente dovrebbe trattarsi di uno scaffale non organizzato secondo i voleri e i capricci delle major, non gerarchico e, soprattutto, in cui sono considerate altre forme di mercato che non siano necessariamente neoliberiste e capitaliste. Purtroppo questa visione del sottoscritto, forse legata a quella forma pioneristica che il web aveva nei primi anni ’00, è stata ormai sostituita dai grandi siti di e-commerce e dal cosiddetto web 2.0.

Ogni tanto, però, compaiono ancora dei casi che mostrano come vi sia ancora ampio spazio per le sperimentazioni. È il caso di Panel Syndicate, casa editrice fondata da Brian J. Vaughan e Marcos Martín nel 2013 e della quale vi ho già accennato nella recensione di The Private Eye, che oggi ci consente di scoprire il talento di Albert Monteys.

Albert è un autore unico di origini spagnole, nato a Barcellona nel 1971 e ivi residente ancora oggi. Ha cominciato la sua carriera nel 1992, illustrando riviste dedicate a giochi di ruolo e wargames; poco dopo, inizia a lavorare alla serie comica Mondo Lirondo con alcuni compagni di università. Negli anni successivi, lavorerà ad altre serie sempre di stampo comico. Due tra queste, Tato, con moto y sin contrato e Para ti que eres joven (realizzata assieme a Manel Fontdevila), sono pubblicate sulla rivista settimanale El Jueves .

La rivista è pubblicata proprio a Barcellona dal 1977 ed è una delle ultime esponenti di quelle riviste umoristiche e satiriche che caratterizzarono il boom del fumetto adulto in Spagna e nate contemporaneamente al rapido declino del tradizionalista, autoritario, conservatore e cattolico franchismo. È l’inizio di una collaborazione che si concluderà solo nel 2014: Albert sarà uno degli autori di spicco di El Jueves e, nel frattempo, realizzerà altri lavori rivolti sia a un pubblico maturo che di bambini. I lavori di Albert Monteys non sono mai stati pubblicati al di fuori della Spagna e, lo confesso, senza Panel Syndicate neanch’io lo avrei mai sentito nominare. Invece eccomi qui, a raccontarvi dei cinque episodi che compongono la prima raccolta di Universe! The periodical of cosmic wonder. Cosa ci aspetta nell’universo?

La risposta a questa domanda è immediata: è una splash page che ritrae il viso di un uomo, dietro il visore di un casco da astronauta, che grida di essere diventato cieco. La vignetta successiva inizierà a offrirci un quadro più completo, ma non voglio rovinarvi ulteriormente la sorpresa. La prima immagine cattura esattamente ciò che Universe! propone: una raccolta di cinque storie brevi in cui l’autore racconta e delinea abitudini, vizi e (dis)avventure dell’umanità di un futuro remoto.

Il titolo dell’opera appare per essere un ossimoro o, quantomeno, di necessitare del sottotitolo per essere pienamente compreso: le meraviglie del cosmo sono le meraviglie che accadono agli esseri viventi e senzienti che abitano l’universo. Universe! non ambisce a conquistare il lettore con una trama dall’ampio respiro, giochi politici e lotte tra fazioni avverse, cavalieri e principesse in odissee spaziali. Piuttosto, è l’individuo qualunque il vero protagonista dell’opera e la società del futuro – invero non eccessivamente diversa da quella contemporanea. Un individuo che, nel futuro, assume il ruolo ambivalente di figura “altra” , ma anche di promemoria per il lettore della società in cui vive.

Albert Monteys dimostra una chiarezza e un’intelligenza rara, riuscendo a far coesistere problemi solo apparentemente lontani: nel primo episodio, la cosmogonia e la nascita dell’universo sono immediatamente ricollegati alla proprietà intellettuale; in un altro assistiamo a un dialogo tra due coppie completamente diverse in merito al sesso, con conseguente momento di imbarazzo quando certe diversità si esplicitano.

Mi limito a questi esempi perché, trattandosi di un periodico dedicato alle meraviglie del cosmo, il fattore sorpresa assume un ruolo determinante. In tal senso, l’opera dell’autore spagnolo soffre di una debolezza congenita ad altre simili (come Futurama di Matt Groening): perdere il fattore sorpresa ne indebolisce, almeno in parte, la portata. Questo è forse il principale difetto dell’opera che, per eccesso di leggerezza, rischia di perdere l’interesse dei lettori… salvo stupire con l’ultimo racconto, Cristina of tomorrow.

Ultima a essere pubblicata in ordine cronologico, questa storia da sola giustifica la nomina di Universe! tra i finalisti del 2017 Eisner Award for Best Digital Comic. Il dramma e la farsa si alternano in un dramedy basato sul paradosso temporale e sulla caparbietà umana, in una piccola perla da apprezzare fino in fondo.

In conclusione Universe! di Albert Monteys ci ricorda come, grazie al web e alle produzioni indipendenti, sia ancora possibile scoprire talenti a noi poco noti, ma capaci offrirci nuovi spunti di lettura e interpretazione; al contempo conferma l’abilità dell’editore Panel Syndicate nel selezionare opere che difficilmente troverebbero spazio in altri contesti.



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Dario Oropallo

Ho cominciato a leggere da bambino e, da allora, non ho mai smesso.

Anzi, sono diventato un appassionato anche di fumetti, videogiochi e cinema: tra i miei autori preferiti citerei M. Foucault, I. Calvino, S. Spielberg, T. Browning, Gipi, G. Delisle, M. Fior e S. Zizek.

Vivo a Napoli, studio filosofia e adoro scrivere. Inseguo il mio sogno: scrivere.

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