Il periodo di astinenza potteriano è durato poco.
Alla rappresentazione teatrale (di cui abbiamo parlato qui e qui) va oggi ad aggiungersi il primo film della ex-trilogia successivamente dopata a pentalogia di Animali Fantastici e dove trovarli, ambientato in un periodo storico “babbano” che va dagli anni 20 ai 50 e che prende spunto dall’omonimo libretto scritto da J.K. Rowling per dare forma e sostanza reale al tomo che Harry e soci leggevano durante lo sviluppo della saga principale.
Newt Scamander, magizoologo inglese arrivato a New York per trovare un animale particolarmente raro, si trova invischiato in un misterioso mistero che vede protagonisti maghi oscuri che vogliono governare il mondo (magico e non), no-mag (ovvero “babbani” made in USA) inconsapevoli, buoni che non lo sono e viceversa…Un nuovo Harry Potter con un diverso protagonista, quindi? Non proprio.
Tralasciando ogni considerazione sulla vergognosa e sfacciata cupidigia della Rowling e di Warner (tutto sommato giustificata nel secondo caso, non certo nel primo), Animali Fantastici e dove trovarli fatica parecchio nel proporsi come episodio iniziale di una nuova saga, nonostante alcuni temi cerchino di condurre lo spettatore ad aspettarsi un more of the same (il supercattivo che si svela alla fine, la successione degli eventi che portano alla creazione del team dei buoni), mentre preso come episodio a sé stante dimostra di essere nulla di più che un innocuo diversivo perfetto per un piovoso pomeriggio di novembre. Lo script ammicca spesso alla saga principale (con riferimenti a Silente, Howgarts e proponendo altre chicche per gli appassionati) riuscendo a mantenere una sua generale godibilità, ma è funestato da una messa in scena eccessivamente prolissa.
I 180 milioni di dollari investiti nella realizzazione del film si vedono tutti: sotto il profilo dell’effettistica Animali fantastici e dove trovarli eguaglia, anzi, supera tutti gli episodi di Harry Potter: gli animali del titolo sono effettivamente “fantastici” per creatività e “presenza scenica”, mentre il buon cast fa il suo. Redmayne, con la sua aria stralunata, sembra nato per interpretare un personaggio dell’universo potteriano (non per niente è stato vicino ad interpretare Tom Riddle in Harry Potter e la camera dei segreti), mentre gli esperti Samantha Morton, Jon Voight e Colin Farrell, limitati a ruoli secondari, faticano parecchio ad entrare nel mood dell’opera (quanto al povero Ezra Miller non resta che attenderlo come nuovo Flash, in modo che possa finalmente scrollarsi di dosso l’etichetta di “emo problematico” che bene o male finisce per interpretare ad ogni film…).
David Yates, già regista degli ultimi quattro film su Harry Potter e designato per dirigere i quattro sequel di questo nuovo filone aureo dimostra invece tutti i suoi limiti di onesto mestierante. Non è ancora riuscito ad autoimporsi una durata decente per le sue opere (stavolta 140 minuti sono davvero troppi) e fatica molto a fare anche un solo passo in una direzione che non sia quella che tutti si aspettino che prenda. Insomma, pensato per un pubblico globale (fan e non, adulti e piccini, uomini e donne, cani e gatti) Animali fantastici e dove trovarli piaciucchia ma non entusiasma: è bel ritorno, per chi ne aveva nostalgia, al mondo magico creato dalla Rowling ma non ha il passo e la sostanza per reggere il confronto con la saga cinematografica originale (peraltro ampiamente migliorabile). Comunque sia, è nato un nuovo franchise. Se ne sentiva il bisogno, in effetti…
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Assolutamente d’accordo, una mancanza di ritmo disarmante. Redmayne invece è un piacere vederlo recitare, vale da solo la visione del film.