Diversi debutti statunitensi hanno ottenuto anticipi elevatissimi nell’ultimo periodo, suscitando non poche discussioni, e tra loro possiamo annoverare anche The Girls di Emma Cline. Valso all’autrice ben due milioni di dollari, il romanzo verrà pubblicato a giugno nel mondo anglofono e in autunno da Einaudi in Italia. Nonostante solo la prova dei fatti – leggere l’opera – possa dare una misura dell’effettivo valore del testo, una cifra del genere non può che generare aspettative quantomeno elevate.

Cline è già passata per la Paris Review con due pezzi (un racconto e un saggio personale) che hanno diversi punti in comune con il suo romanzo, per esempio l’interesse per una sorta di passato mitico della California e la fascinazione di una ragazzina per un uomo molto più grande; oltre a queste due suggestioni, per il proprio esordio romanzesco l’autrice ha scelto di rielaborare uno dei casi di cronaca nera statunitense più memorabili dell’ultimo mezzo secolo: l’assassinio di Sharon Tate e altre quattro persone da parte di alcuni seguaci di Charles Manson.

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Evie Boyd è arrivata a una sfocata mezz’età in cui, tra un incarico da infermiera e l’altro, lavora come home-sitter. Mentre si trova a casa di un amico di vecchia data proprio in quel ruolo, la sua routine è interrotta dall’arrivo del figlio di lui, Julian, accompagnato dalla giovanissima Sasha.

L’evidente dislivello di potere ed età (Julian ha più di vent’anni e sembra votato alla piccola delinquenza, Sasha è una quindicenne smarrita) combinato alle parole dei due ragazzi fanno sprofondare Evie nei ricordi dell’ultima estate prima del liceo, quando aveva conosciuto le ragazze del titolo – Roos, Helen e l’enigmatica Suzanne – e si era poi unita a una setta dai principi piuttosto vaghi ma che sarebbe diventata famosa a causa di una vicenda di sangue.
Cline usa il classico espediente della scissione della voce narrante in auctor (Evie che parla di ciò che ha visto a quattordici anni) e agens (Evie a quattordici anni, ma anche Evie che interagisce con Julian e Sasha oggi), ma il cuore della vicenda pulsa nei tardi anni Sessanta più che nel presente.

The Girls è un’indagine nella mente di una ragazzina molto giovane che si scontra con la complessità della società adulta; Evie ha già alcuni strumenti per interpretare questo mondo nuovo, ma la giovinezza e la mancanza di esperienza tarpano la sua capacità di scelta in maniera irrimediabile. Unica figlia di una coppia divorziata, è anche nipote di una starlette il cui nome rimane ancora abbastanza evocativo e la cui fortuna economica tuttora utile alla famiglia: questo residuo di glamour hollywoodiano, combinato al relativo agio del suo ambiente sociale, rendono Evie ancora più benaccetta tra le fila del gruppo che si è radunato intorno al carismatico Russell Hendricks.

Tuttavia, la figura di Russell è costretta a rimanere, se non sullo sfondo, almeno in secondo piano dalla forza testarda con cui Evie sceglie di costruire e poi difendere il legame con Suzanne, che le si avvicina e la respinge a momenti alterni. Caratterizzata da un’allure a metà tra la Circe e una fata, Suzanne è la vera catalizzatrice della fine dell’infanzia di Evie.

Cline si concentra anche sul rapporto tra la protagonista e sua madre: lasciata dal marito per la segretaria, la madre di Evie fluttua tra un certo patetismo, generato dalla ricerca quasi ossessiva di un nuovo compagno, e il quasi totale disinteresse per la vita della figlia adolescente; non è inverosimile: si tratta di una persona nata e cresciuta prima della liberazione sessuale, per cominciare, e appartiene a una generazione per cui non era inusuale essere all’oscuro dei movimenti dei propri figli per intere giornate (prima di un cambiamento di costume che, negli Stati Uniti, avviene negli anni Settanta dopo eventi disparati come gli assassini di Ted Bundy e la scomparsa di Etan Patz).
Tamar, la nuova compagna del padre, appare come una sorta di sintesi contemporanea e sana queste due figure femminili, ma Evie stessa avverte come la sua presenza sia tanto transitoria da far sbiadire subito ogni possibile influenza positiva.

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Il problema principale di The Girls è che Emma Cline ha scelto un caso di cronaca nera celeberrimo, per non dire epocale, e lo ha cambiato molto poco. Anche chi non ha grande interesse riguardo gli omicidi compiuti dai seguaci di Charles Manson, ne ha almeno sentito parlare abbastanza da indebolire qualsiasi suspense. Le minime modifiche apportate dall’autrice, poi, in un caso specifico – si tratta della figura che più o meno ricalca Sharon Tate – sono così immotivate da costituire solo un esempio di cattivo gusto che ben poco aggiunge al romanzo o ai personaggi coinvolti.
È normale che uno scrittore si ispiri a eventi realmente accaduti (basta nominare Reiko Shimizu per il suo Himitsu, di cui vi abbiamo da poco parlato su Players, e si può dire lo stesso di un classico della letteratura come Madame Bovary), ma scegliere un evento che ha avuto un impatto così forte sull’immaginario collettivo significa accollarsi anche la responsabilità di analizzarlo in modo da sorprendere il lettore.

Un ulteriore difetto è il modo in cui la vita all’interno della setta viene ritratta. Se un minimo di vaghezza è da mettere in conto – la voce narrante è una quattordicenne spaesata, non certo una giornalista investigativa – allo stesso tempo l’autrice non è in grado di descrivere una visione più specifica di un gruppo di ragazzi e bambini dimenticati dal mondo.

The Girls è un buon romanzo, e non è difficile immaginare che ad alcuni possa sembrare anche ottimo, ma l’aggettivo «buono» è anche la sua condanna: lo stile è piacevole, ma non raggiunge né il lirismo di Megan Abbott di The End of Everything né l’incisività di Joan Didion nel saggio The White Album (che dà il titolo all’acclamata raccolta); i personaggi sono quasi interessanti, ma l’indagine di Emma Cline non li scava mai davvero a fondo; il senso che qualcosa di orribile stia per accadere è sempre presente, ma i parallelismi con la vita reale sono tali che è difficile sentire l’impatto autentico di quando poi qualcosa di orribile succede davvero.

 

The Girls è uscito in Italia il 27 settembre 2016 col titolo Le ragazze, edito da Einaudi. 

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