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#SolLongItaly – Vol.14: Come diventare attore a Locarno

Penultimo appuntamento con la rubrica #SoLongItaly, stavolta spieghiamo di come si diventa attori a Locarno.

Chi sei, quanti anni hai, da dove vieni, cosa fai nella vita?

Marco Cupellari, 35 anni, vengo da sud e precisamente sono di origine campane, di Benevento. Sono un attore e regista teatrale.

Attualmente dove ti trovi e da quanto hai lasciato l’Italia?

Attualmente, fortunatamente, viaggio molto, specialmente tra l’Italia e la Svizzera. Il mio appartamento e le mie cose sono a Locarno, nella Svizzera italiana.

Cosa ti ha spinto ad abbandonare l’Italia? (leggi: cosa manca nel nostro Paese che invece hai trovato dove ti trovi ora?)

Credo ci siano sempre molteplici ragioni che ti spingono a spostarti, a cambiare “casa”. Ricordo che dopo 7 anni vissuti a Roma, avvertivo quasi un senso di claustrofobia. Credo di essere praticamente scappato. Avevo cominciato a lavorare in teatro ma nessun progetto mi aveva davvero affascinato e niente sembrava davvero decollare. L’aria era piuttosto stagnante. Poca fiducia, poca prospettiva. Insomma, ho pensato, era l’ora di cambiare aria. Inoltre, nato come autodidatta e cresciuto nel teatro di ricerca e di sperimentazione, avevo voglia di studiare
ancora e di dedicarmi all’apprendimento del mestiere. Mi sono trasferito a Bologna perché mi avevano scelto per un corso finanziato dalla regione Emilia Romagna, alla Scuola Galante Garrone. Un’ accademia riconosciuta a livello nazionale, e attiva da credo una trentina d’anni, che sconsiglierei al mio peggior nemico. Se dovessi raccontarti tutto ciò a cui ho avuto la sfortuna di assistere ci vorrebbe un altra intervista. Alla fine ho deciso di rinunciare al corso e, dopo aver superato il provino, di trasferirmi in Svizzera per frequentare la Scuola Teatro Dimitri. Scelta di cui non mi sono mai pentito e che tornando indietro rifarei senza dubbio. Strutture, professionalità, attenzione alla formazione, rispetto per gli allievi, supporto economico, ambiente stimolante ed internazionale, disciplina nel lavoro, libertà creativa etc etc…

Qual è la maggiore differenza che hai riscontrato, in ambito professionale, tra il modo di lavorare nel Paese in cui ti trovi e l’Italia?

Attenzione e riconoscimento dei titoli di studio e del curriculum formativo. Rispetto per gli artisti. Ostacoli burocratici che fanno davvero la differenza nel supportare o ostacolare la creazione di lavoro.

E la differenza “non professionale” (vale tutto: clima, cibo, abitudini, atteggiamento delle persone)?

La cosa che adoro della Svizzera è l’integrazione armonica tra l’uomo e la natura, tra le città e l’ambiente. Ho scoperto la bellezza di vivere vicino ad un fiume e poter fare il bagno, oppure di scendere dal tram e nuotare al lago. Dal punto di vista culturale mi sento italiano e riconosco che per il mio lavoro e non solo, il luogo dove sono cresciuto, la cultura, la storia, la musica, il teatro, i centri storici e anche le contraddizioni del nostro paese sono imprescindibili e feconde.

Quali sono le maggiori difficoltà “operative” che si riscontrano quando si lascia l’Italia per andare all’estero?

Credo che le difficoltà operative si superino, soprattutto se si parte per una motivazione che non sia puramente economica. Aggiungo che se sei abituato alle difficoltà operative delle leggi e della burocrazia italiana,
e non molli al primo problema, ben presto ti renderai conto che in quasi tutti i paesi europei parti, dal questo punto di vista, avvantaggiato. Mediamente noi italiani non parliamo affatto inglese o lo facciamo davvero
male; questo è una handicap di partenza da considerare. Insomma se avete intenzione di lasciare l’Italia e il vostro inglese è imbarazzante, rimediate il prima possibile.

C’è qualcosa nel Paese in cui ti trovi che non è come te lo immaginavi prima di viverci?

Sulla Svizzera ci sono moltissimi loghi comuni, alcuni corrispondono a verità altri sono solo luoghi comuni che vale davvero la pena sfatare.

Cosa ti spingerebbe a ritornare in Italia?

Un progetto teatrale forte con un gruppo affiatato ed ambizioso. Sono sicuro che questo mi darebbe la forza giusta per provare ad investire in Italia. Rimango in attesa.

Che consiglio daresti ad una persona più giovane di te che volesse intraprendere la tua stessa professione?

Andare via dall’Italia, fare la famosa “esperienza all’estero”, studiare seriamente e quotidianamente, senza sconti e con umiltà. Acquisire la consapevolezza di avere dei diritti e di potercela fare. Si può sempre tornare e con gli strumenti e la forza necessaria dare vita a qualcosa di importante.

Ultima domanda: consiglia, motivandolo, un film/libro/gioco/disco ai nostri lettori (uno in assoluto, non uno per categoria!)

Libro: “La versione di Barney”. Lo ho letteralmente divorato.

Se hai un portfolio, blog, sito, pagina social, campagna kickstarter che avresti piacere fosse pubblicata, posta il link qui sotto

www.perpetuomobileteatro.eu

Previously, on #SoLongItaly

1-COME DIVENTARE SPACECRAFT ANALYST A DARMSTADT
2-COME DIVENTARE INSEGNANTE DI VIDEOGIOCHI A SINGAPORE
3-COME DIVENTARE UN CREATIVO A LOS ANGELES
4-COME DIVENTARE FOTOGRAFO A MELBOURNE
5-COME DIVENTARE CURIOSO AD AMSTERDAM
6-COME FARE IL VISUAL DESIGNER A NEW YORK
7–COME DIVENTARE IMPRENDITORE A HOLLYWOOD
8-COME ANDARE A FARE IL PROGRAMMATORE ALLA WETA A WELLINGTON
9-COME DIVENTARE MEDIEVISTA A LEEDS
10-COME LAVORARE NEI VIDEOGIOCHI A LONDRA
11-COME DIVENTARE PRODUCT DESIGNER A PALO ALTO
12-COME INSEGNARE CULTURA ITALIANA A NEW YORK
13-COME FARE IL DESIGNER A LOS ANGELES
14-COME DIVENTARE ATTORE A LOCARNO
15-COME FARE IL FILOSOFO A SAN FRANCISCO (E UN PO’ OVUNQUE)



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