Mancano ancora tre grandi appuntamenti fantascientifici per chiudere il 2015. Il più agognato è ovviamente il ritorno della saga di George Lucas, Star Wars (complice una colossale campagna di marketing che rende difficoltoso pensare ad altro), anticipato di qualche settimana dall’atteso adattamento cinematografico de L’uomo di Marte, diretto da Ridley Scott. Dopo anni di grigiore e prodotti destinati al pubblico più giovane, finalmente sembra esserci una nuova speranza (pun intended) anche per il piccolo schermo.

Per uscire da un periodo molto difficile infatti il canale SyFy ha deciso di puntare tutto sull’adattamento di una delle saghe fantascientifiche recenti più popolari, finalmente disponibile anche in traduzione per i lettori italiani. A fine luglio Fanucci ha pubblicato con il titolo di Leviathan – Il risveglio il primo volume di The Expanse, uno dei successi commerciali più solidi in questo comparto editoriale in perenne difficoltà.
Un exploit editoriale che non giunse propriamente inaspettato neppure nel 2011, quando Orbit diede alle stampe il primo volume di quello che già allora sembrava un prodotto attentamente sviluppato per giungere al traguardo della serie televisiva.
Indicativo per esempio scoprire che dietro lo pseudonimo di James S. A. Corey si cela un duo con la precisa intenzione di dare vita a una storia di lungo corso: l’affermato scrittore fantasy Daniel Abraham e Ty Franck, noto assistente di George R.R. Martin che si è occupato delle ambientazioni delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Lo stesso Martin, in passato attivissimo sceneggiatore televisivo, avrebbe assistito Franck in qualità di beta reader di lusso e il suo contributo si sarebbe spinto ben oltre, almeno secondo quanto affermano i pettegolezzi.

Se cercare attivamente il successo commerciale con una space opera tutta azione e colpi di scena, ritmo serrato e atmosfere horror è un crimine, allora The Expanse è di certo colpevole. Alla base dell’operazione però c’è una grande onestà nei riguardi di ciò che si fa e un’idea fondante solidissima: se in passato buona parte del filone letterario e cinematografico si è concentrato sulla conquista dei pianeti del sistema solare o sui viaggi interstellari, Corey si focalizza sul momento dell’espansione, la difficile fase di transizione che vede il genere umano bloccato oltre la fascia di asteroidi che dividono il sistema solare tra pianeti solari interni ed esterni, ma ancora ben lontano dall’essere in grado di effettuare con facilità trasferte verso le stelle più vicine.

Non che manchino entusiasti volontari. In Leviathan Wakes ad esempio un gruppo di mormoni sta costruendo una mastodontica nave generazionale per partire alla volta dell’ignoto. La maggior parte della popolazione però è concentrata sul difficile problema della sopravvivenza del genere umano in un precario equilibrio pacifico. Come conquistare le stelle se già nel colonizzare Marte e un pugno di lune e asteroidi il genere umano si è così irrimediabilmente diviso?
Esiste infatti una prima, indelebile divisione tra abitanti dei pianeti interni (Terra e Marte, gli inners) e i belters, coloro che vivono oltre la fascia degli asteroidi. I continui soprusi politico-economici della Terra, la supremazia militare di Marte e l’aspetto fisico differente che l’eugenetica ha imposto ai belters per la sopravvivenza a gravità artificiale (altezza sopra la media, scatola cranica ipersviluppata, struttura ossea più longilinea e sottile) hanno finito per porre le basi di una nuova questione razziale.

Leviathan - Il risveglio

Questa divisione ideologica è incarnata nei due protagonisti del romanzo: da una parte c’è Holden, un giovane terrestre innamorato dello spazio, idealista, amante della giustizia, inclusivo, sospeso tra ingenuità e purezza. Dall’altra c’è un belter sull’orlo della vecchiaia, il detective Miller, devastato dal matrimonio finito, dal prestigio personale lavorativo in lenta corrosione e dalla sua stessa visione cinica del mondo e dello spazio. Una visione pessimista sì, ma che non riesce nemmeno a scalfire la profondità delle divisioni che animano i pianeti, le stazioni e le lune, i loro interessi e la loro cultura, quando Holden fa scoppiare inavvertitamente l’incidente diplomatico che dà il via alla guerra lungamente attesa tra inners e belters.
Un conflitto che potrebbe facilmente scivolare nell’annientamento del genere umano e ai cui margini sono palpabili gli interessi di fazioni note e sconosciute, che superano i confini geopolitici ufficiali; per esempio i belters e i loro simpatizzanti sono riuniti nell’OPA – outer planets alliance – un’organizzazione a tutela dei loro interessi che assume ora valenza di milizia, ora d’interlocutore politico, ora di schermo per vendette ideologiche.
Mentre il conflitto conosce un lento aggravamento con continui incidenti che alzano l’asticella del consentito, lontano dall’attenzione generale si sta consumando un’altra catastrofe, pilotata da qualcuno che sta usando la guerra come scudo per un pericoloso test. Dire di più riguardo a questa linea narrativa sarebbe uno spoiler imperdonabile, perciò mi limiterò a due considerazioni: il romanzo in molti spezzoni assume gustose tinte horror e non è da escludere che la distruzioni del genere umano non finisca per fare un favore a terze parti.

Leviathan Wakes è il primo capitolo di una serie giunta al quinto volume e che non accenna a rallentare, sfornando un corposo libro ogni dodici mesi per i suoi appassionati. Si tratta di un primo passo in una storia che ha già un respiro più vasto e implicazioni ben più sinistre, che diventeranno centrali nei volumi successivi, una volta che parte delle carte coperte sul tavolo verranno inserite nella partita finale.
L’edizione Fanucci, tradotta da Stefano A. Cresti, consente finalmente anche ai lettori italiani di inoltrarsi in questo universo. Si tratta di una lettura di puro intrattenimento, il che permette di sfogliare con grande scioltezza le cinquecento e passa pagine di Leviathan – Il Risveglio, certo, ma nel contempo lascerà i lettori più esigenti con l’amaro in bocca.

Le premesse del world building sono affascinanti e il vero motore della vicenda rimane il conflitto quasi inconscio tra chi ha nostalgia degli spazio aperti e chi, cresciuto in una stazione spaziale e separato dal vuoto mortale dello spazio solo da un sottile strato di metallo, fatica persino ad afferrarne l’idea astratta. Tuttavia persino questa mia breve introduzione a The Expanse rischia di essere più articolata e allusiva del romanzo stesso, dove tutto ciò che non riguarda l’azione o la caratterizzazione dei personaggi è servito in maniera diretta e sbrigativa, sacrificando la parte più originale della vicenda all’economia del best seller.
Similarmente anche i protagonisti, pur meglio caratterizzati della media della space opera commerciale, finiscono per scivolare talvolta nel ruolo di simboli, astrazioni delle loro fazioni o degli ideali che rappresentano. Pericolo che i comprimari non corrono, dato che sono ritratti giusto il minimo indispensabile ad essere funzionali allo sviluppo delle vicende. Se il panorama femminile è desolante, dominato com’è da due sole donne e per di più incarnazione ideale e reale dei desideri dei rispetti epigoni maschili, sul fronte della rappresentazione delle minoranze non mancano personaggi non caucasici, che hanno fatto la gioia di tanti lettori statunitensi attenti a questa tematica.

Leviathan Wakes è l’esordio fulminante di una saga perfetta per chi cerca una lettura appassionante, capace di coniugare uno scenario ricco d’implicazioni sociali e politiche senza mai distrarsi troppo dall’azione e dai colpi di scena.
Per i pigri o gli indecisi arriverà preso la serie tv di SyFy, che secondo le ultime indiscrezioni dovrebbe fare il suo esordio a dicembre. Dalle prime sequenze rese pubbliche però è chiaro che sia avvenuta una grossa manipolazione del materiale di partenza, non solo a livello di personaggi (Miller rispetto all’omonimo cartaceo pare un giovanotto) ma anche di trama, tanto che già nel primo promo appaiono personaggi ancora sconosciuti a chi sta leggendo la serie nella traduzione italiana. Gli estimatori della saga sono rimasti un po’ spiazzati dall’aspetto dei loro beniamini e dal presunto rimaneggiamento del primo volume, operato però dagli stessi autori, che hanno collaborato in prima persona alla realizzazione della serie, come testimoniato giornalmente sul loro account twitter. Che fare dunque? Avete ancora qualche mese per decidere: noi vi abbiamo avvisato.



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1 Comment

  1. Leggendo questo articolo sono venuto un pochino…

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