C’è un’evidente qualità materica, in Mud
Non a caso, la storia di Mud
La storia di questo fuggiasco, insieme all’intreccio thriller che si trascina dietro, non è però centrale quanto quella di Ellis, ragazzino diviso tra la propulsione al cambiamento della madre – che vorrebbe lasciare il fiume per trasferirsi in città – e le reminiscenze nostalgiche del padre, in quella delicata fase di passaggio che lo conduce a sperimentare le dinamiche della virilità e le prime sofferenze amorose. Perché il film di Nichols è soprattutto un racconto di formazione: nell’incontro con Mud
L’abbandono del fiume coincide quindi con l’addio all’infanzia, ultima fase dell’esistenza in cui l’avventura sia ancora possibile, fedelmente a una tradizione che coinvolge non solo Twain, ma anche il Bradbury di L’estate incantata
D’altra parte, Nichols è il più classico tra i nuovi registi americani, e il suo cinema passa per la rielaborazione di alcuni capisaldi del retaggio culturale statunitense, come il southern gothic (in Shotgun Stories
Il processo di avvicinamento si svolge attraverso i rituali della condivisione (il pasto a base di fagioli consumato davanti al fuoco), in cui il ragazzino tenta di emulare il suo “mentore” persino nella gestualità e nella postura, pur mantenendo una fortissima individualità che deflagra nell’ultimo atto, di fronte al crollo delle sue certezze infantili, quando la verità dei sentimenti – tra Mud e Juniper, lo stesso Ellis e la cotta per May Pearl, sua madre e suo padre – si rivela ben poco idilliaca. Il ragazzino e il fuggiasco si ritrovano però a condividere una sorte molto simile, quasi un passaggio di caratteri ereditari dall’uno all’altro, e il riavvicinamento è facilitato dall’ombra di un dramma che appiana i conflitti e restaura la solidarietà reciproca, fino a una sparatoria risolutiva che, sul piano della messa in scena, non potrebbe essere più classica di così.
La raffinatezza di Nichols emerge dall’impasto di white trash e lirismo naturalistico, degrado sociale e meraviglia, dove la spinta “civilizzatrice” del progresso tende a privilegiare contesti abitativi stabili e sicuri, contrapposti alla mutevole imprevedibilità del fiume. Ma la natura si fa strada in ogni inquadratura, merito di una fotografia che ne valorizza l’impatto elegiaco, concentrando l’attenzione sul dettaglio degli insetti e di altri animali, sul frangersi delle onde contro la riva, e sul bagliore del sole che si affaccia costantemente alle spalle dei personaggi. Figli di questo paesaggio aspro ma seducente, temprati dalle sue insidie e cullati dalle sue bellezze, Mud ed Ellis percorrono un itinerario di consapevolezza che li riscatta dai sogni infantili, ma senza precludersi l’opportunità di esplorare nuovi orizzonti, che si spalancano davanti a loro come la visione inaspettata e sublime del mare aperto: il Mississippi, guardiano della fanciullezza, è una porta per l’altrove.
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