Ricordo di aver letto tempo fa qualcuno che paragonava le potenzialità della narrazione per immagini a quelle di un film senza limiti di budget per gli effetti speciali. Non ricordo di preciso da dove provenga questa citazione, se dal blog di un qualche fumettista italiano, da un’intervista a un mostro sacro come Alan Moore o Gran Morrison, oppure se me la sia inventata io di sana pianta e per questo io l’abbia associata a qualcuno di più qualificato per nobilitarla, ma poco importa.
A prescindere dalla provenienza, questa definizione di fumetto è stata la prima a saltarmi in mente di fronte a Un drago a forma di nuvola, graphic novel edita da Bao la cui fascetta recita orgogliosamente “Il nuovo film di Ettore Scola è un fumetto”. E viene da sorridere pensando a quante volte questa frase pensata per celebrare l’approdo di un maestro di cinema sulla pagina disegnata possa essere stata usata in passato come stroncatura per sminuire le sue opere su pellicola.
Il legame di Scola col fumetto, in realtà, è ben radicato nel suo percorso artistico, e non si limita di certo a questa singola incursione. Prima di trovare una sua dimensione dietro la macchina da presa, lo sceneggiatore di pietre miliari come Il sorpasso ha mosso i suoi primi passi nella carriera artistica sulle pagine del satirico Marc’Aurelio, sfogando la sua passione per il disegno e la caricatura ereditata dalla vicinanza con Furio Scarpelli, coautore insieme alla figlia Silvia Scola della sceneggiatura di Un drago a forma di nuvola, originariamente pensata per il cinema.
La bozza divenuta graphic novel però appartiene a tempi più recenti. Dopo essere finito nel cassetto a causa del netto distacco di Scola dalla sua casa di produzione Medusa per la volontà di prendere distanza dal Berlusconi Presidente del Consiglio, il soggetto è riemerso per finire nelle mani di Ivo Milazzo, matite ed acquarelli prestati da una vita all’iconica figura western di Ken Parker, che l’ha tradotto in 128 pagine di cinema disegnato.
Pierre, attempato libraio parigino, vive le sue giornate fotocopia nella quiete del suo negozio di libri fuori dal tempo, scandite dal va vai di sporadici clienti e istrionici abitué. Come Tony, italiano emigrante che disprezza i francesi a suon di luoghi comuni, o il dottore piacione e piacente che sproloquia vanesio delle sue conquiste mentre visita Albertine. La figlia di Pierre, voce narrante del racconto, vive nell’abitazione sopra la libreria, costretta a subire la vita immobile da anni: impossibilitata ad esprimersi vive la proria vita ricostruendo quelle altrui attraverso i rumori che sente emergere dalla libreria al piano di sotto e i romanzi che il padre le legge tutte le sere.
La condanna di Albertine è doppia. Pur immobilizzata della malattia, matura opinioni affilate e pungenti circa ogni evento che la sfiora, emozioni dure e amare che non può trasmettere, puntualmente travisate da chi la circonda. Inoltre, sebbene prigioniera di una macchina si ritrova lei stessa carceriera del padre, diviso tra i suoi doveri verso una figlia che si ostina a tenere in vita e un’amore inatteso e fugace precipitato senza avviso nella sua libreria.
Una drago a forma di nuvola porta in sé nella sua natura ibrida i suoi limiti. La sceneggiatura di Scola, duole ammetterlo, incespica un po’ troppo spesso su figure macchiettistiche e monocordi, che su pellicola avrebbero potuto giovare della verve istrionica dei volti scelti per raffigurarli, e solo di rado si concede colpi di stiletto in un fiume di buoni sentimenti. Sulla carta la matita di Milazzo è fenomenale nel replicare le fattezze e nel fare recitare Depardieu, Troisi, Clooney e lo stellare cast allestito per dare corpo ai personaggi – senza problemi di budget, come si diceva in apertura – ma non può replicarne anche il guizzo e lo spunto.
Qualcosa nel passaggio dalla pellicola alla gabbia fumettistica fatalmente è andato perduto, ma non tutto. Ci pensano gli acquarelli di Milazzo a farsi telecamera, a giocare con le angolazioni e con Parigi, a stringerne i vicoli e allargarne i boulevard lasciando filtrare gli odori tra i colori tenui e il tratto istintivo in lunghe sequenze che al cinema sarebbero panoramiche mute, mentre nella pagine della graphic novel sono preziosi monologhi dell’immagine disegnata, a ricordarci che un fumetto non si legge, si guarda. Proprio come un film.
SCHEDA TECNICA
Titolo: Un drago a forma di nuvola
Autori: Ettore Scola & Ivo Milazzo
Casa Editrice: Bao Publishing
Prezzo: 17 €
Pagine: 106
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