Che Jonathan Hickman fosse un autore destinato a lasciare il segno era chiaro sin dal esordio, lo sperimentale The Nightly News per Image Comics. Un testo che, sotto la particolare direzione artistica e la notevole violenza, mostrava una forte critica ad una società che vede nei media e nell’informazione la massima espressione dello spettacolo e gode nell’assistere a tale rappresentazione. Simili caratteristiche sono riscontrabili nell’intera bibliografia dell’autore del South Carolina ed è probabile che abbiano convinto il canale statunitense SyFy (di proprietà di NBC/Comcast) ad acquistare i diritti per l’adattamento della seconda opera di Hickman, Pax Romana.
Nel 2053 le ricerche del CERN di Ginevra condurranno ad una sensazionale scoperta: non solo è possibile viaggiare nel tempo, ma è possibile spostare un’intera area attraverso i secoli. La notizia è immediatamente e segretamente comunicata al principale promotore delle ricerche, lo Stato della Città del Vaticano, ed al loro rappresentante, il cardinale Beppi Pelle che decide di comunicare la notizia alla Santa Sede. L’obiettivo di Pelle è semplice: ritornare nel passato per modificarlo e ad un particolare momento della storia: dopo la crocifissione e prima della nascita di Maometto. La scelta non può che ricadere sull’Impero Romano ed in particolare su una delle figure più importanti per la storia e la religione cristiana: Flavio Aurelio Valerio Costantino.
Già nelle prime pagine dell’opera è possibile ritrovare la commistione di stili che caratterizza l’opera di Hickman ma la fusione tra fumetto ed infografica del precedente The Nightly News, invero coscientemente complessa da leggere, sostituita da veri e propri “abstracts” delle discussioni tra i vari personaggi: una scelta che, in parte richiamando gli inserti narrativi di Moore in Strangers in Paradise, permette di racchiudere lo sviluppo dei rapporti tra i personaggi in spazi circoscritti lasciando alle pagine principali la dinamicità delle scene d’azione – numerose, malgrado quanto possa far pensare la breve sinossi poco sopra – o alcuni dialoghi ritenuti più importanti – quest’ultimi, ancor più delle scene d’azione, mostrano la prosa asciutta e lucida con cui Hickman realizza le proprie sceneggiature e caratterizza ogni personaggio. Dulcis in fundo, le infografiche ritornano nelle rappresentazioni di linee temporali che, da “corrette”, impazziscono e si modificano per effetto di quanto accade nel passato.
Il risultato finale di questa commistione è un testo composto, “unico” per chiunque non conosca lo stile dell’autore statunitense e che, soprattutto, stupisce per l’eleganza, il ritmo sostenuto ed un’affascinante rilettura storica che, come scopriremo alla fine, ha un respiro di portata più ampia di quanto sospettato all’inizio. Una portata, un ambizione che ha un fascino raramente descrivibile e che trova nell’ultima pagina un’esotica chiave di lettura che, avvicinando il testo alla definizione di ucronia, riporta alla mente il quinto atto de La Tempesta e l’esclamazione di Miranda «O brave new world, That has such people in’t!». Una sublime meraviglia che è resa ancor più acuta nell’edizione italiana che raccoglie, in un unico volume con copertina flessibile della collana Collezione 100%, i quattro numeri della miniserie editi dalla Image: si tratta di un’edizione economica che, per la cura nella traduzione ed il prezzo particolarmente contenuto, risulta ugualmente appetibile. Un ottima occasione per scoprire uno dei migliori autori anglofoni ed una delle opere più interessanti del panorama fumettistico degli ultimi anni.
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