Parafrasando l’Henry Hill di Quei bravi ragazzi
Il branco capeggiato da uno strepitoso Leonardo Di Caprio è all’apice della catena alimentare, proprio come i gangster della trilogia della mafia, e il destino che li accomuna è molto simile: cadendo goffamente sotto il peso dei loro eccessi, provocheranno la rovina di tutto l’impero. D’altra parte, è proprio nell’eccesso che Scorsese trova la chiave interpretativa della vita di Belfort, e più in generale della decadenza morale, fisica ed economica degli yuppie. The Wolf of Wall Street è un flusso ininterrotto di sequenze parossistiche, un ciclone edonistico di cocaina, sesso spiccio e prostitute, dove il corpo (non soltanto femminile) viene reificato in ossequio alle logiche del machismo e della fallocrazia. Un folle teatrino quotidiano basato sullo spreco e sull’ostentazione del denaro, sul delirio allucinato e sulla frode finanziaria: i broker della Stratton Oakmont, la compagnia fondata da Belfort, si abbandonano alla soddisfazione degli istinti basilari, mentre manipolano il mercato azionario e rifilano titoli di carta straccia ai propri investitori. La loro cattiva fama, nei folgoranti anni Novanta, è direttamente proporzionale al loro successo.
Scorsese carica il film di una fisicità dirompente, coreografando uno spettacolo di oscenità e perversioni che disgustano, saturano gli occhi e paradossalmente divertono, poiché i codici adottati dal regista sono quelli del grottesco e della commedia satirica, peraltro arricchita dai dialoghi brillanti dello sceneggiatore Terence Winter (che per Scorsese ha già ideato Boardwalk Empire
Così, escludendo ogni moralismo, The Wolf of Wall Street disegna una traiettoria in cui l’ascesa e la caduta appaiono altrettanto splendenti, e in cui il livello di cinismo si mantiene sempre costante, finale compreso. Lo sguardo vuoto delle potenziali prede, in effetti, suggerisce una chiusura sconsolata e disillusa: il futuro è nelle mani sbagliate, o forse – più semplicemente – corre disperato senza controllo, come un treno lanciato verso il precipizio.
Un film da non perdere.
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