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L’insostenibile incompletezza di PES 2014

Mi sono sempre immaginato l’eterna lotta per il predominio sulla passione calcistica digitale del videogiocatore italiano come la metafora di una relazione sentimentale. PES è stato per lungo tempo il solo vero amore dell’appassionato di calcio, un sentimento profondo e travolgente sordo a qualunque sirena esterna, fondato sull’attesa di edizioni import, nottate ad editare i nomi, profonde disamine sull’interpretazione dei KCET rispetto a quella dei KCEO e tornei esclusivi con le formazioni Under 21. Poi qualcosa si è interrotto. PES si è lentamente, ma inesorabilmente adagiato sugli allori e, come una moglie sciatta che passa settimane intere in pigiama e senza trucco, ha progressivamente perso il suo smalto, spingendo con la sua trascuratezza l’innamorato al tradimento. E fa nulla se le movenze da gorilla dei ventidue mutandati messi in campo da FIFA facessero assomigliare la scappatella a una trasgressiva gangbang con una banda di transessuali molto poco effeminati piuttosto che a una interminabile notte di piacere con l’universitaria ninfomane della porta accanto come l’immaginazione lasciava intendere, l’importante era distaccarsi dalla catatonica monotonia in cui la relazione pluriennale con PES si era andata a cacciare.

Come il più abile dei fedifraghi mi sono dovuto inventare una doppia vita, stagioni alternate tra PES e FIFA giocando sul limite di sopportazione rilevando con precisione chirurgica il sopraggiungere di quei segnali che presagivano l’imminente saturazione dovuta alla sovraesposizione ai difetti fin troppo evidenti di entrambi i titoli. La diatriba sul confronto tra visione calcistica giapponese e quella canadese è sfociata spesso e volentieri in dicerie più simili a leggende urbane che a verità fattuali, ma nasconde un fondo di sacrosanta verità. PES riesce a trasmettere inspiegabilmente il profumo di erba e fumogeni, emana passione per il calcio in una miriade di dettagli, dalle movenze all’effetto del pallone in rete, ma alla lunga si rivela poco abile nel celare dietro le quinte gli script e i binari che influenzano le partite, senza citare la cronica mancanza di licenze. D’altro canto l’ostentata opulenza di FIFA trasuda la gelida professionalità dei suo confezionatori, probabilmente abilissimi nello sviluppo di software, ma decisamente troppo distaccati dal fenomeno-calcio come viene vissuto in Europa – almeno quella del sud, in UK FIFA è un dogma – per riprodurne anche lo spirito. L’unica soluzione efficace è dunque una alternanza cerchiobottista di stagione in stagione, finalizzata all’effetto placebo che si manifesta semplicemente grazie al distacco da quei difetti ricorrenti e ormai insostenibili dai nervi usurati dalle troppe partite. Nell’attesa ovviamente che i sintomi si ripresentino per iniziare una nuova danza dell’alternanza di inizio del campionato successivo.

Ferito dal tradimento perpetrato per diversi anni, PES ha sempre reagito secondo lo stesso copione: promettendo di cambiare e perpetuando nei propri errori candidamente ammessi e mai corretti, nonostante le vendite siano crollate esponenzialmente anno dopo anno, divenendo in breve irrilevanti di fronte alle milioni di copie piazzate da EA nel vecchio continente. Ormai con le spalle al muro, a Konami era ormai rimasta una sola possibilità: cambiare o morire. Probabilmente la soluzione rappresentata dall’ultima edizione di PES abbraccia entrambe le opzioni.

PES 2014 poggia le proprie scricchiolanti fondamenta sul FOX Engine, nuovo motore di casa Kojima adottato per riscrivere da zero il gioco. Ebbene sì, pare che quest’anno PES sia stato realmente riscritto da zero, nonostante questa cantilena risuoni nelle parole dei PR di Konami ormai da anni. Il risultato dal punto di vista meramente ludico è da lacrime agli occhi, un tuffo nel passato per ritmo e impostazione di gioco che richiama fin dai primi scambi ravvicinati i momenti d’oro della serie. La diversa fisicità dai giocatori e la superba gestione della fisica del pallone costringono ad eseguire azioni ragionate, basate sui movimenti degli altri giocatori intorno al portatore di palla e non su meccaniche eseguibili a memoria, che fino allo scorso anno avrebbero garantito uno scontato successo. L’introduzione della possibilità di piazzare manualmente la palla con un passaggio filtrante è un altro passo avanti nell’allontanamento dai famigerati binari che incanalano storicamente l’azione, una ventata d’aria fresca estremamente necessaria per assaporare il brivido della libertà mentre braccati dallo stopper si cerca il corridoio impossibile attraverso cui lanciare la sfera. Le mani tremano sul pad, mentre finalmente si realizza che il re è tornato a riprendersi il suo trono, poco prima di perdere definitivamente il confronto e finire esposto su una picca. Peccato che questa elettrizzante sensazioni duri poco, giusto il tempo di mettere il gioco in pausa e vedere il cursore muoversi a fatica nella triste e scarna schermata del menù: intorno a un’esperienza ludica criticabile da pochi punti di vista manca quasi completamente tutto il resto del gioco.

L’espressione di Frank Ribery di fronte all’esasperante lentezza del menù delle sostituzioni.

Da appassionato di PES sono abituato a chiudere gli occhi su una lunga serie di mancanze, ma mi rendo conto oggi che questo mio atteggiamento eccessivamente comprensivo ha contribuito all’esasperante situazione attuale, che si avvicina pericolosamente al confine con la truffa. La versione scatolata di PES 2014che spicca sugli scaffali in questi giorni rappresenta uno stadio così prematuro di lavorazione da poter essere eufemisticamente definita una beta. Venduta ovviamente nel nostro paese a prezzo pieno, scelta in controtendenza rispetto al resto dell’Europa e per cui bisogna probabilmente ringraziare il distributore italico Halifax. Chiariamoci, non è una questione di prezzo: la spiazzante inconsistenza di tutti gli elementi di contorno sarebbe comunque imperdonabile anche per un prodotto venduto a prezzo budget. Mancano i volti di una miriade di giocatori, le divise delle nazionali sono improvvisate, i comandi manuali non consentono in alcun modo di colpire di testa, le rose non sono aggiornate mentre il framerate cala nelle cut-scene e addirittura nei menù, rendendo una semplice sostituzione un supplizio di lentezza. La consueta incompletezza a cui si assiste da anni al lancio di PES quest’anno ha raggiunto livelli tali da superare anche la soglia di sopportazione del più paziente dei fan.

L’impossibilità di trasferire asset consolidati dal vecchio al nuovo motore, acuita con ogni probabilità dalle evidenti difficoltà di un team ormai ridotto all’osso nel numero dei componenti e incapace di occuparsi di tutti gli aspetti entro la data di lancio non possono in nessun modo rappresentare un’attenuante. Credo sia infine giunto il momento di non concedere più alcuna giustificazione a una serie che ha eccessivamente abusato della pazienza del videogiocatore pagante, presentandosi sul mercato anno dopo anno con un aspetto sempre più embrionale. Di fronte a un titolo chiaramente impresentabile sul mercato, la condotta più responsabile da parte di Konami sarebbe stata quella di saltare un anno e sfruttare tempi di lavorazione più lunghi per ripresentarsi con un nuovo motore e il vecchio smalto sulle console next gen, invece si è deciso di uscire ugualmente – giocando addirittura d’anticipo – con un prodotto monco che verrà probabilmente completato solo con un’innumerevole serie di patch e DLC, come ormai è purtroppo abitudine largamente diffusa. E intendiamoci, di solito a distanza di mesi, la versione definitiva è un signor gioco di calcio, giunto però fuori tempo massimo e soprattutto pagato in fastidioso anticipo.

Ironia della sorte, ora la parte dell’amante ferito tocca a me, e ne sono ben consapevole mentre stringo il pad, rannicchiato sul divano, e nonostante tutto gioco ancora a PES 2014, ferito, ingannato, truffato, ma follemente invaghito di quella lenta circolazione di palla. Peggio di un innamorato, solo un tifoso.

 Post Scriptum

Ho scritto questo articolo 5 giorni dopo aver acquistato una copia di PES 2014 per Xbox 360 in negozio. Ad oggi il data pack che dovrebbe aggiungere l’intera componente multiplayer è impossibile da scaricare a causa di un fantomatico file danneggiato la cui presenza viene segnalata solamente al momento dell’installazione del pack, grosso modo un’ora e mezzo dopo l’avvio del download: la soluzione suggerita da Konami prevede il download da un sito terzo del pacchetto aggiuntivo e l’installazione manuale tramite una memoria USB. Come se non bastasse, non mi è stato possibile riscattare l’Online Pass Code poiché inspiegabilmente risultato “non valido”: il solerte supporto Microsoft mi ha confessato che questo – purtroppo per me – è un problema per cui devo rivolgermi direttamente a Konami, augurandomi buona fortuna. Il supporto Konami, contattato 5 giorni fa, non mi ha ancora risposto.



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